“Anche i normali cittadini amanti dell’arte possono contribuire alla conservazione del ricco patrimonio artistico-culturale dell’Italia, a trasmettere ‘il bello’ alle nuove generazioni, a sviluppare ‘la cultura della conoscenza’ anche nelle città di provincia”. Le parole di Anna Maria Miele sono il modo migliore per ricordare questa collezionista nobile e appassionata che ha contribuito ad arricchire, e di tanto, le collezioni civiche.
Ieri al funerale il Comune di Pesaro era rappresentato da Luca Bartolucci, presidente del Consiglio comunale; il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini non ha potuto presenziare per impegni istituzionali legati alla presenza in città del premier Renzi e all’inaugurazione dell’area archeologica di via dell’Abbondanza. Accanto a Bartolucci, c’era Gloriana Gambini, che in qualità di assessore alla Cultura aveva conosciuto la signora Miele e poi seguito con grande cura il progetto di acquisizione della raccolta Vinciguerra.
Nell’autunno 2013, infatti, Anna Maria Miele ha scelto Pesaro – una “città di provincia”, come dice nelle sue parole – per concretizzare una volontà che denota, oltre che autentico amore per l’arte, un grande senso di civiltà: ha donato ai Musei Civici circa 180 pezzi, raccolti durante tutta una vita da suo marito Adalberto Vinciguerra e da lei, appassionati collezionisti soprattutto di vetri rari. Dalla donazione è nata la mostra “Gli alfieri del design italiano. Gio Ponti e i maestri muranesi del Novecento nella collezione Vinciguerra” (21 dicembre 2013-30 maggio 2014).
Vale la pena sottolineare che il posto d’onore della raccolta spetta ad un prezioso vaso di porcellana di Gio Ponti, «La passeggiata archeologica», ambito da molti musei del mondo e realizzato per la Manifattura Doccia di Richard Ginori nel 1923. Ma vanno menzionati anche tutti i vetri magnifici di Zecchin, Martinuzzi, Venini, Scarpa, Seguso, Cappellin, Salviati, e cioè di tutta l’epoca d’oro del vetro veneziano che ha fatto la storia del design del Novecento. Per ferma volontà di Anna Maria Miele, la donazione ai Musei Civici di Pesaro è unicamente a nome e in memoria del marito Adalberto.
“Ora questi capolavori sono a Pesaro – sottolinea Daniele Vimini – e rendono la nostra città più ricca e più bella e sono un motivo in più per visitare Palazzo Mosca. E ci ricordano persone straordinariamente ‘civili’ come Anna Maria Miele che amano davvero l’arte, sentono di appartenere ad una comunità che non ha confini geografici e si augurano che gli esempi virtuosi servano di stimolo ad altri”.
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