Le Sorelle Clarisse celebrano quasi 800 anni di presenza a San Severino

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Domani funzione religiosa nel piazzale del monastero di Santa Chiara

SAN SEVERINO MARCHE – Quasi ottocento anni di storia, una presenza che d’ora in avanti sarà celebrata in semplicità e letizia ma, come sempre, con profonda fede e spirito devozionale rinnovando una promessa che si ripete ormai da secoli. E’ l’impegno preso, a partire da quest’anno, dalle Sorelle Clarisse di San Severino Marche che celebreranno così l’inizio della loro presenza nella comunità settempedana, presenza che porta esattamente la data del 16 giugno 1223.
Domani (martedì 16 giugno) questa particolare data, che figura scritta sulla pergamena in cui le sorelle che dimoravano a Colpersito ricevettero il permesso di essere legate ai frati di Francesco d’Assisi, sarà celebrata con una funzione religiosa in programma, nel piazzale del monastero di Santa Chiara, alle ore 19. A presiedere la funzione sarà padre Fabrizio Cifani.

Alla cerimonia sarà presente anche il sindaco, Rosa Piermattei.
La celebrazione servirà per ringraziare il Signore e affidarsi a lui insieme a tutta la Città di San Severino Marche”, fa sapere la madre badessa, suor Rosella Chiara a nome delle altre sorelle. La cittadinanza è invitata a partecipare alla funzione nel pieno rispetto delle norme e indossando la mascherina.
Oggi le Clarisse vivono nel monastero di clausura annesso alla chiesa di Santa Chiara, sempre a Castello a Monte. La struttura originaria risale al XIV secolo, quando gli Smeducci finanziarono la costruzione di un edificio di culto per le terziarie di San Francesco, che già vivevano appunto nel convento di San Salvatore in Colpersito.
Oggi la chiesa di mostra nel suo aspetto settecentesco. L’edificio con pianta a croce greca fu infatti ricostruito nel 1776 su progetto dell’architetto Giuseppe Lucatelli da Mogliano. Di notevole interesse è il coro ligneo intagliato e intarsiato e realizzato da Domenico Indivini, già autore del coro ligneo della basilica superiore di Assisi e terminato dagli allievi Pierantonio Acciaccaferri e figlio.