SIROLO – Uno sguardo a lungo raggio e una visione condivisa tra i territori. Sono queste le linee guida su cui potrebbero svilupparsi progettualità per migliorare la fruizione e l’utilizzo delle aree naturali del Parco del Conero. Una necessità che non riguarda solo la questione dell’Area Marina Protetta.
In questi giorni di abbondanti disquisizioni sul bivio da intraprendere per il futuro dell’Area Marina Protetta, l’Ente Parco Regionale del Conero sente di dover porre l’accento su un livello ulteriore rispetto alla singola questione.
Il Parco del Conero copre un’area di competenza di più comuni. E molto spesso viene utilizzato da ciascuno come fiore all’occhiello per la promozione turistica dei singoli territori. Ne emerge, dunque, la necessità di una programmazione ampia e condivisa dalle realtà territoriali che lo compongono per intravedere una progettualità che miri a garantirne un futuro.
Su questo aspetto auspicao una riflessione e una concertazione tempestiva, perché vengano tracciate delle linee che coprano argomentazioni chiave, tenendo presente il forte rapporto turismo-biodiversità che da sempre contraddistingue l’area del Parco e ne caratterizza il valore aggiunto. Per non parlare dell’intera filiera agroalimentare che rappresenta l’essenza dell’utilizzo consapevole di un’area naturale protetta, in cui la produzione di beni alimentari convive e coesiste con il contesto ambientale, preservandolo e rendendolo parte del proprio brand.
Temi che, inevitabilmente, in questi giorni sono tornati di grande attualità, ma che crede debbano essere affrontati in una modalità unitaria, evitando di proseguire su uno scollamento tra esigenze dei singoli territori e risorsa ambientale.
Inoltre l’Ente Parco, nel cui direttivo siedono i sindaci dei comuni interessati dall’area naturale protetta, la Regione, l’Università e le categorie economiche, è sempre aperto ad accogliere le istanze dei singoli rappresentanti, così da affrontare le varie argomentazioni con un approccio inclusivo e volto al bene del territorio, dei suoi abitanti e dei turisti.
Il Parco, infatti, è meta di turisti. Ed è bene che lo sia. Ma è anche luogo di sviluppo nella ricerca scientifica della sostenibilità. E’ esempio di biodiversità che, se tutelata e valorizzata, ne aumenterebbe il profilo d’interesse in tutti gli ambiti. Anche in quello turistico.
Per l’Ente é il momento di fare sintesi tra i territori contigui che insistono sull’area del Parco del Conero, perché un piano omogeneo di dibattito non può che favorire una migliore risoluzione di intenti.
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