Sabato 10 maggio, nella Sala degli Stemmi del Palazzo comunale, il Convegno “Il Teatro in Italia e nelle Marche tra Quattrocento e Seicento” a cura di Sara Taglialagamba e Alberto Pellegrino
SAN SEVERINO MARCHE – Sabato 10 maggio 2025, alle ore 10.00, nella Sala degli Stemmi del palazzo comunale di San Severino Marche, si terrà un importante Convegno di Studi dal titolo “Il Teatro in Italia e nelle Marche tra Quattrocento e Seicento”, a cura di Sara Taglialagamba e di Alberto Pellegrino. L’evento è organizzato dalla Nuova Fondazione Rossana & Carlo Pedretti, con il patrocinio del Comune di San Severino e della Fondazione Claudi di Serrapetrona.
L’iniziativa è finalizzata ad approfondire il ruolo centrale che il teatro ha ricoperto, tra Umanesimo e Barocco, nello sviluppo della cultura artistica e letteraria italiana e, in particolare, nel contesto marchigiano. Un’occasione unica per studiosi, appassionati e cittadini per riscoprire le radici storiche del teatro e la sua diffusione nel territorio, tra corti, accademie e luoghi di spettacolo.
La Fondazione Pedretti
Ha sede in Toscana, a Lamporecchio, e ne è vice presidente il professor Massimo Ciambotti,
docente universitario e presidente della Fondazione Claudi di Serrapetrona. “L’idea di questo event è nata dal fatto che la Fondazione Pedretti è proprietaria del famoso Foglio del Teatro di Leonardo da Vinci – spiega il professor Massimo Ciambotti – che lo realizzò in vista di una scenografia per la Fabula di Orfeo, opera teatrale scritta dal Poliziano a Mantova (1480). Il Foglio del teatro, riferito a questa rappresentazione scenica, venne pubblicato da Carlo Pedretti nel 1999 e da lui datato 1506- 1513. Il foglio raffigura una scena mobile che rende l’idea della complessa scenografia che prevedeva il cambio di scena con effetti di luci e coreografie di suoni, canti e danze”.
Il programma del convegno
Alle ore 10 sono previsti i saluti del sindaco Rosa Piermattei e del presidente della Fondazione Pedretti, professor Gino Tarozzi; quindi spazio alla prima sessione dedicata a “Origini e sviluppi del teatro tra Quattrocento e Cinquecento”.
Intervengono Sara Taglialagamba, docente del Rinascimento all’Università di Urbino, su “Leonardo, Macchine dell’effimero”; Margherita Melani, docente di Storia dell’arte all’Università di Napoli, su “Leonardo da Vinci, feste e teatri a corte”; Alberto Pellegrino, storico del teatro, su “Due commedie romane: La Calandria del toscano Bernardo Dovizi il Bibbiena e Gli Straccioni del marchigiano Annibal Caro”.
Segue nel pomeriggio (dalle ore 16) la seconda sessione dedicata a “La società dello spettacolo tra Cinquecento e Seicento” con i contributi di Fabrizio Pompei, docente di Storia dello spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Firenze, su “Ruzante e il roerso mondo”; di Gino Tarozzi, presidente della Fondazione Pedretti, su “La scienza a teatro: dal dialogo galileiano sopra i massimi sistemi del mondo ai dialoghi sulle diverse interpretazioni della meccanica quantistica”; di Alberto Pellegrino su “La tragedia nelle Marche del Seicento”; e di Paolo Peretti, già docente di Storia della musica al Conservatorio e membro della Deputazione di Storia patria delle Marche, su “La musica barocca nelle Marche, Aldebrando Subissati compositore e virtuoso del violino”.
Chiuderà il convegno la professoressa Sara Taglialagamba.
Il Quattrocento
Il teatro, dopo la grande stagione del teatro classico, durante il Medioevo continua a vivere nelle Sacre Rappresentazioni e negli spettacoli dei giullari, ma scompare nelle sue forme più tradizionali, anche perché non esistono più luoghi deputati allo spettacolo. In Italia il teatro riprende a dare segni di vita nelle corti della seconda metà del Quattrocento, quando l’Umanesimo riscopre le tragedie e le commedie greche e latine, che diventano un modello di riferimenti per tutti i drammaturghi del Cinquecento. Il primo autore teatrale è considerato Angelo Poliziano che rappresenta nella corte dei Gonzaga di Mantova la Favola d’Orfeo (1479-80), un’azione teatrale dove rivive l’antico mito orfico che esalta la figura del poeta-vate capace di liberare l’uomo dal suo stato selvaggio attraverso la poesia. Leonardo da Vinci progetta le scene dell’Orfeo nella corte di Ludovico il Moro a Milano e per altri spettacoli, fornendo un grande contributo alla nascita della scenografia.
Il Cinquecento
La piena rinascita del teatro avviene nelle Corti di Firenze, Ferrara, Mantova, Milano, Roma e Urbino, un fenomeno collegato alla figura del principe, agli intellettuali di corte, all’aristocrazia e alla cerchia delle Accademie. In questa fase di grande fervore creativo s’inventano e si sperimentano nuovi modelli drammaturgici, le scenografie mobili, le prime architetture teatrali. A dominare la scena è soprattutto la commedia “colta”, ma nascono anche nuovi generi teatrali come gli intermezzi, il dramma pastorale, il dramma per musica e la Commedia dell’Arte. Nasce la commedia italiana del Rinascimento con grande autori come Ariosto, Machiavelli, Pietro Aretino.
“Nel convegno – spiega il professor Alberto Pellegrino – parleremo di due commedie molto
particolari. La prima è La Calandria del toscano Bernardo Dovizi da Bibbiena che va in scena per la prima volta nel 1513 nella Sala del Trono del Palazzo ducale di Urbino, una commedia destinata a diventare un modello di riferimento per tutto il teatro del Cinquecento, data la novità del suo impianto narrativo ispirato alla novellistica del Boccaccio. La seconda è Gli Straccioni del marchigiano Annibal Caro, una commedia che presenta un’interessante novità per l’ambiente borghese, la complessità dell’intreccio, la fonte letteraria da cui trae ispirazione”.
Il Seicento
La società del Seicento è segnata da un diffuso processo di urbanizzazione, per cui la città,
nonostante si sostenga grazie a una fiorente economia agraria, diventa il centro della politica, dell’economia, della religione, della produzione artistica; diventa il luogo dove la ricchezza delle classi dominanti convive con la povertà delle plebi. L’aristocrazia e l’alta borghesia vivono all’insegna del lusso. La creazione moderna del teatro barocco, opera urbana con il suo pubblico, i suoi fini, i suoi meccanismi, è lo strumento della cultura della città per eccellenza” (José Antonio Marvall, La cultura del Barocco, Il Mulino, 1985). La civiltà dello spettacolo ha una grande forza di espansione, fino a diffondersi nei paesi periferici con una stupefacente capillarità, e anche per questo il teatro barocco vuole incarnare il theatrum mundi, il “grande palcoscenico” sul quale si ha l’ambizione di portare la vita intera. Nelle Marche fioriscono la musica strumentale, la musica sacra e l’oratorio sacro; acquistano una spiccata rilevanza la personalità e l’opera del compositore e grande violinista Aldebrando Subissati (Fossombrone, 1606-1677), autore del Primo Libro delle sonate per violino (1675).