Lo Sguardo sul Presepe di Monica Baldini

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Stavo pensando a quanto sia importante, sentire cosa si agiti in noi.
Sentire, vivendo, cosa dentro si muova e cosa si provi.
Amore, speranza, forza, coraggio, audacia, disperazione, sfiducia, allegria, pace, voglia di fare, agire, costruire, voglia di pensare, voglia di conoscere, tristezza, ira, angoscia, paura.
Quanto dolore e quanta bramosia di farcela, quanta luce da spargere per il mondo, anche quello intimo, familiare nel tempo di vita e nelle giornate. Quanto addensarsi e lotta nel discernimento necessario e continuo.
In tal modo trascorrono le stagioni e celere arriva il Natale a bussare: i calibri si attenuano e altri prendono volume. Gli sforzi accelerano, altri decelerano, cambiano le visioni, ci soffermiamo per far posto alla Luce che viene, per preparare la strada, per accogliere.
Vediamo il presepe, il volto di Gesù che Bambino, scende sulla Terra e nasce in una stalla: meditiamo che la Gloria del Cielo si è presentata nell’umiltà totale, deposta in una mangiatoia.
Quei sentimenti che c’abitano allora, che s’accendono in noi di frequente, potrebbero servirci ancora tutti, assorbendo il messaggio dell’Avvento e del Natale riflesso nel parto del Figlio dell’Uomo? Tutti sono utili a vivere, a stare bene qui sulla Terra, tutti ci giovano o solo ci ingombrano?
Una domanda che vorrei custodirmi e porvi. Tutti anche quelli di vendetta, di fornicazione, di odio, quelli di rabbia per ingiustizia?
Alcuni potrebbero essere letti come catene e altri come ponti per sollevarci, per volare più in su, per credere, per credere e pregare.
La gioia sì, la rabbia no. L’ira e la collera, la bontà e la prudenza, la carità.
Il presepe sia sguardo nel profondo, per ascoltare la voce di colui che solo nel silenzio, ci parla e che di certo ci farà capire cosa serva per entrare in quel Regno di Pace eterno.

Monica Baldini