San Severino, al via gli incontri sul Cinquecento italiano

Presso la biblioteca comunale “Francesco Antolisei”, prenderà il via il 24 maggio prossimo  un ciclo di cinque incontri dedicati al Cinquecento italiano a cura di Ignazio Piangatelli

SAN SEVERINO MARCHE – La biblioteca comunale “Francesco Antolisei” Città di San Severino Marche è pronta ad accogliere un affascinante ciclo di cinque incontri dedicati al Cinquecento italiano a cura di Ignazio Piangatelli. Si tratta di un’occasione unica per esplorare un’epoca di crisi e profonda trasformazione, che, nonostante le avversità, diede vita a una delle più raffinate e disilluse culture d’Europa.

Il primo appuntamento è fissato per lunedì 24 giugno, a partire dalle ore 18, e sarà dedicato a Francesco Guicciardini, lo storico che, vedendo il suo mondo “affondare”, seppe raccontarlo “senza illusioni, ma con grandezza”. L’incontro si propone di esplorare come Guicciardini, in un’epoca di profonde incertezze, riuscì a elaborare un pensiero acuto e malinconico sulla sconfitta, trasformandola in una forma di grandezza intellettuale.

In un’epoca ossessionata dal successo, come la nostra, può sembrare sorprendente scoprire che il Rinascimento italiano, massima espressione del genio e del successo culturale, fu anche il luogo dove si sviluppò una lucida intelligenza della sconfitta. Tra il 1500 e il 1530, mentre l’Italia era lacerata da guerre e ambizioni frustrate, emerse una cultura intrisa di ironia satirica e irriverente. Heinrich Heine notò come in quei trent’anni l’Italia “diede al mondo più di quanto la Svizzera abbia prodotto in tutta la sua storia”: non solo capolavori artistici come la Cappella Sistina e le opere di Raffaello, ma anche un pensiero profondo che attraversò ogni ambito, dalla politica alla giurisprudenza, dalla filosofia alla letteratura.

Era la crisi dell’Umanesimo, il momento in cui il sogno dell’uomo al centro del mondo si infrangeva. In questo contesto di rottura, figure come Guicciardini, Machiavelli e Ariosto trovarono la loro forza propulsiva, dando vita a una vera e propria “scuola della disillusione”. Una scuola capace di pensare il fallimento, di raccontarlo con ironia e persino di farne uno stile.

Questo sguardo italiano, caratterizzato dall’ambiguità dell’agire umano, dall’instabilità della fortuna e dalla beffa tragica della storia, superò le Alpi, influenzando pensatori e artisti europei come Erasmo, Bruegel, Dürer e Shakespeare. Le “infinite smacchi subite dall’arbitrio umano” e altre componenti “made in Italy” divennero la materia stessa di una grande cultura europea.

Il ciclo di incontri a cura di Ignazio Piangatelli racconterà questa “scuola senza cattedra, italiana fino al midollo: elegante, mordace, malinconica, ironica, eppure ancora sorprendentemente attuale”. Un’opportunità per riscoprire il valore di un pensiero che, partendo dalla disillusione, seppe trasformarla in una forma di resilienza intellettuale e artistica.