PESARO – Apre al pubblico la domus romana ubicata nel cuore nevralgico del centro, a pochi passi dai musei più amati. Costruita fra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C., l’area è stata musealizzata per essere fruita al meglio grazie ad un innovativo percorso multimediale. Accesso e fruizione sono garantiti anche agli ipovedenti.
Domani si inaugurera’ l’area archeologica di via dell’Abbondanza dove sono visibili i resti di una lussuosa dimora signorile di prima età imperiale, riccamente decorata. L’area è stata musealizzata ed entra così a far parte dell’offerta culturale cittadina in modo istituzionale. Accesso il più possibile ampio e fruizione coinvolgente sono le linee guida di questo intervento che prevede anche un percorso per disabili ipovedenti e due lingue – ma presto aumenteranno – per accompagnare i visitatori. La fruizione è resa piacevole e intrigante da apparati multimediali che fanno rivivere la storia, evocano epoche lontane e offrono un’esperienza di visita sicuramente emozionante per tutti.
Il progetto è il risultato del lavoro della Soprintendenza Archeologia delle Marche, del Comune di Pesaro e di Sistema Museo. La valorizzazione della domus rientra perfettamente nella volontà dell’Amministrazione comunale di restituire alla comunità ‘contenuti’ e ‘contenitori’, nella consapevolezza che una città che ‘cura’ il suo patrimonio culturale, è più bella da vivere per residenti e turisti e si lega ad un’identità di ‘qualità’ che la promuove ‘bene’ e ‘lontano’. E poi la domus parte con un vantaggio iniziale visto che gode di una posizione decisamente strategica, collocata com’è nell”isola del centro che accoglie i musei e monumenti più amati e frequentati della città.
Le ricerche condotte negli anni passati dalla Soprintendenza hanno permesso di ricostruire uno spaccato importante della storia di Pesaro, dall’età augustea fino alla prima epoca rinascimentale. Sono emersi, così, nuovi ulteriori elementi per ‘leggere’ il passato; la tutela non è fine a se stessa ma ‘funzione’ che si ‘apre’ al pubblico per ‘spiegare’ i beni rinvenuti e protetti.
La storia
Scoperta nel corso di lavori edili nel 2004 e scavata fino al 2005, si tratta di un esempio di abitazione signorile della prima età imperiale romana. Importanza e disponibilità economica del proprietario si esprimono sia nella posizione della domus all’interno del tessuto urbano – con l’ingresso principale aperto sul cardine (l’attuale via Rossini) – sia nella ricchezza dell’apparato decorativo. Costruita fra la fine del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C., fu restaurata più volte e continuò a essere abitata almeno fino agli inizi del III secolo d.C.
Tutti gli ambienti sono decorati da eleganti mosaici con motivi geometrici e ‘a tappeto’, realizzati con tessere bianche e nere, derivati da modelli semplici in voga fra la tarda età repubblicana e la prima età augustea. Nonostante la semplicità degli schemi (meandri, losanghe, esagoni o stellati), le maestranze hanno evitato di ripetere gli ornati negli ambienti vicini; in alcune delle soglie di passaggio si può notare una ricercata contrapposizione dei motivi ora a girali ora floreali. I mosaici sono ampiamente conservati e costituiscono l’elemento più affascinante della casa, grazie anche ad un’accurata opera di restauro realizzata dalla Soprintendenza. Degli affreschi restano in posto solo porzioni alla base di alcuni ambienti ma numerosi frammenti sono stati rinvenuti insieme a stucchi e rare decorazioni in terracotta: è così possibile ricostruire i colori a tinte vivaci (nero, ocra, rosso) che decoravano anticamente le stanze. Al V secolo d.C. risale invece l’impianto termale di cui rimangono parte del calidarium e del forno che serviva a riscaldare l’aria.
Il percorso
Dotato di tecnologie non invasive, il percorso è stato pensato per offrire ai visitatori un approccio divulgativo ma allo stesso tempo scientifico. I reperti emersi durante lo scavo sono stati musealizzati all’interno due vetrine dedicate all’epoca romana e alle fasi medievali e rinascimentali. Sono esposti ceramiche, lucerne e oggetti della vita quotidiana. Spicca per importanza, la testa di un piccolo Eros dormiente in terracotta.
Grande impatto è affidato al percorso virtuale, un vero e proprio unicum nelle Marche: sulle pareti in cemento armato dell’edificio, vengono proiettate le ricostruzioni tridimensionali degli antichi ambienti della domus che permettono di ricostruire scene della vita quotidiana e di ‘immergersi’ nell’atmosfera della Pisaurum di epoca romana.
Il percorso per ipovedenti propone pannelli braille e modelli tattili; questa parte del progetto è stata messa a punto in collaborazione con il team scientifico del Museo Tattil Statale ‘Omero’ di Ancona.
Informazioni
Martedì 25 agosto inaugurazione ore 18.30. Ingresso libero con card Pesaro Cult; visite fino alle 23 per gruppi di max 25 persone ogni 40 minuti; la card si acquista direttamente presso la domus, costa 3 euro e ha validità annuale.
Orario fino al 31 dicembre: 26 agosto-30 settembre martedì-domenica e festivi 10.30-12.30, 17-19; 1 ottobre-31 dicembre martedì-giovedì 10.30-12.30 ingresso su prenotazione chiamando i Musei Civici 0721 387 541; venerdì-domenica e festivi 10.30-12.30, 15,30-17,30.
Modalità d’ingresso
L’ingresso è consentito solo con biglietto acquistato ai Musei Civici o Casa Rossini. Dal 26 agosto il biglietto dei Musei Civici e Casa Rossini comprende anche la visita alla domus (intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto con card 5 euro)
Da ottobre a dicembre, ogni terza domenica del mese ingresso libero con card Pesaro Cult
Per le scuole: 2.50 euro (ingresso con visita multimerdiale; durata circa 35 minuti)
La visita alla domus è guidata da apparecchi multimediali che accompagnano il visitatore lungo un percorso guidato che dura circa 35 minuti. Quindi sono previsti ingressi ogni 40 minuti circa.