La pista interessata termina sul confine tra le tre Regioni Lazio, Marche e Abruzzo, e si trova all’interno di un Sito di Interesse Comunitario, ma poiché in passato veniva percorsa con mezzi motorizzati fino ai pascoli primari del monte Macera della Morte, a 2073 mt di quota, si erano innescati gravi processi erosivi e degradanti del cotico erboso. L’Ente ha provveduto dapprima alla sistemazione dei tratti in frana della carrareccia e quindi alla realizzazione di una palificata viva doppia, realizzata in pali di castagno e rinverdita con talee e protetta sul lato a monte da un’ulteriore viminata. E’ stato ricostruito, inoltre, il fondo stradale, con posizionamento di canalette per lo scolo delle acque e ripristino della cunetta, ottenendo così una completa riqualificazione del sito.
Lungo la strada, in località il Poggio, prossima al Passo di Chino, a 1575 m di quota, è stato realizzato un parcheggio, attrezzato con area picnic e bacheche informative. Di qui da oggi solo gli aventi diritto: proprietari, pastori e ditte boschive, potranno proseguire con degli automezzi fino al rifugio pastorale della Pedata, a 1800 mt di altitudine.
I restanti km di pista verso il Monte Macera della Morte sono stati rinaturalizzati tramite il posizionamento di traverse in pali di castagno e la piantumazione di zolle erbose locali, sempre ad opera degli operai dell’Ente. E’ stata, infine, ripulita dalla vegetazione e dotata di segnavia la vecchia mulattiera che dall’abitato di Spelonga conduce alla chiesetta della Madonna dei Santi, prima di trasformarsi in sentiero per la cima di Monte Macera della Morte. Il valore ambientale ed ecologico dell’intero intervento è stato riepilogato in un pannello informativo posizionato nell’area parcheggio.
Per il Direttore dell’Ente, Prof. Domenico Nicoletti, “Si tratta di un progetto di alto valore naturalistico che contribuisce a sanare le minacce e gli elementi di vulnerabilità del SIC che la Rete Natura 2000 aveva individuato proprio nell’accesso motorizzato ai prati pascoli”. Il Direttore si è anche detto “soddisfatto per l’ottima sinergia tra il Parco ed il settore ambiente della Regione Marche che ha consentito di porre in essere le condizioni per una piena rinaturalizzazione dell’importante habitat”.
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