Occhio alle foto sui social: il tenore di vita ostentato può far aumentare l’assegno di mantenimento

Nel panorama giuridico italiano si rafforza l’uso dei social network come strumento probatorio nelle controversie familiari.

Nel panorama giuridico italiano si rafforza l’uso dei social network come strumento probatorio nelle controversie familiari, in particolare nelle cause relative all’assegno di mantenimento per i figli.

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Assegno di mantenimento, in questo caso può aumentare (www.marchenews24.it)

Una recente pronuncia della Corte d’Appello di Torino ha infatti sancito che l’ostentazione di un tenore di vita elevato tramite fotografie pubblicate sui social può influenzare l’entità dell’assegno di mantenimento, poiché il giudice può considerare tali contenuti indicativi di una capacità economica reale superiore a quella dichiarata ufficialmente.

L’uso dei social media come prova in tribunale

La sentenza n. 337/21 ha evidenziato come i giudici stiano integrando i tradizionali strumenti di valutazione economica con l’analisi dei profili social dei genitori coinvolti nelle cause di separazione. Nel caso esaminato, un genitore che dichiarava un reddito inferiore ai 24mila euro annui pubblicava regolarmente immagini di soggiorni in località di lusso come Capri, Saint-Tropez, Montecarlo e la Versilia, oltre a viaggi internazionali, cene in ristoranti di alto livello e acquisti in boutique di prestigio. Queste evidenze non sono state considerate un semplice esercizio di vanità, ma elementi concreti che hanno portato il giudice a ritenere inattendibili le dichiarazioni fiscali e a disporre un aumento dell’assegno di mantenimento per i figli minori.

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Attenti a cosa pubblicate sui social (www.marchenews24.it)

Questo mutamento giurisprudenziale segna un netto cambio di paradigma: ciò che viene condiviso pubblicamente online non è più tutelato come sfera privata intangibile, ma diventa un elemento essenziale per valutare la reale situazione economica di un genitore.

Un tema spesso controverso riguarda l’impatto della nascita di nuovi figli sull’ammontare dell’assegno di mantenimento dovuto per figli nati da precedenti relazioni. Nel caso oggetto della sentenza torinese, il padre aveva avuto un altro figlio e aveva chiesto una riduzione dell’assegno a favore dei figli maggiorenni, motivando la domanda con l’aumento delle spese familiari. Tuttavia, il tribunale ha rigettato la richiesta dopo aver accertato che il genitore disponeva di risorse economiche sufficienti, dimostrate da proprietà immobiliari e partecipazioni societarie.

Il principio affermato è chiaro e stringente: la nascita di un nuovo figlio può influire sull’importo dell’assegno solo se è dimostrata una reale e significativa diminuzione della capacità contributiva del genitore. Non basta quindi una generica invocazione delle maggiori responsabilità familiari, ma è necessario fornire prove concrete della riduzione delle risorse disponibili.

La sentenza ribadisce inoltre un punto cruciale spesso frainteso: l’assegno di mantenimento non ha lo scopo di livellare i redditi tra genitori, ma deve rispondere esclusivamente ai bisogni concreti dei figli, considerando le capacità contributive di ciascun genitore. Nel caso in esame, la richiesta di un aumento molto elevato da parte della madre è stata parzialmente respinta, con la precisazione che due bambini di dieci anni non giustificano spese eccessive, anche in presenza di un alto tenore di vita familiare.