A Corinaldo va in scena “Eneide. La profezia del pendolo”

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Sabato prossimo nell’area archeologica di Santa Maria in Portuno lo spettacolo di teatro classico  che rientra nell’ambito della rassegna TAU-Teatri Antichi Riuniti

CORINALDO – Sabato 7 agosto 2021, alle  ore 21.30 nell’area archeologica di Santa Maria in Portuno a Corinaldo  andrà in scena  “Eneide-La profezia del pendolo”, spettacolo di RadioTeatro con Luca Violini una delle più importanti e note voci nel panorama del doppiaggio cinematografico, documentaristico, pubblicitario, televisivo e radiofonico nazionale.

Lo spettacolo fa parte della rassegna di teatro classico Tau (Teatri Antichi Uniti), promossa dal circuito Amat col sostegno della Regione e la collaborazione della Soprintendenza archeologica, che porta 38 spettacoli nei siti archeologici e nei luoghi culturali più suggestivi delle Marche. Un festival nato per valorizzare e restituire all’uso pubblico attraverso il teatro antico quegli spazi che originariamente ne ospitavano le recite.

Prima della rappresentazione, alle ore 19.30 presso la Pinacoteca Comunale “C.Ridolfi”, i possessori del biglietto dello spettacolo verranno omaggiati di una visita guidata gratuita alla mostra “Il tesoro ritrovato. La tomba del principe di Corinaldo.

Lo spettacolo- Eneide. La profezia del pendolo

Un pendolo oscilla tra i due lati del mare, da Oriente ad Occidente, e viceversa. Questa immagine, nella visione degli antichi, rappresentava gli infiniti movimenti, avanti e indietro, che la storia ha compiuto trasportando il potere da un lato all’altro del mediterraneo, come una ciclicità in cui ogni esplosione di potenza politica, economica e militare portava inevitabilmente in sé il seme della sua futura distruzione. E così, il pendolo ha continuato ad oscillare inesorabilmente tra oriente e occidente. C’era un impero che si riteneva invincibile, a oriente. Ma un eroe macedone partito da occidente con un pugno di compagni, lo aveva distrutto. E poi c’era ad oriente una città ritenuta immortale, distrutta e ricostruita nove volte, una fenice che risorgeva sulle sue ceneri: Troia. E uomini venuti da occidente, greci coi capelli biondi, gli Achei, l’avevano distrutta. Era il pendolo, che tornava ad oscillare nuovamente, da occidente ad oriente. Ma in quella distruzione c’era il trionfo dei greci ma anche il seme della loro futura disfatta: la fuga di Enea, che avrebbe fondato Roma sulle coste del Lazio, ad occidente. Quella stessa Roma che avrebbe distrutto Atene e l’avrebbe soggiogata, dall’altra parte del mare, in una nuova oscillazione del pendolo. Per Virgilio, questo è solo il segno del destino, che converge ad un epilogo glorioso e definitivo: la nascita dell’Ultimo Impero, quello destinato a durare per sempre: l’impero Romano. Ecco perché, per Virgilio, Enea, che pure è un invasore e un usurpatore, è il buono della sua storia, l’eroe, e Turno, re dei Rutuli, che pure stava solo difendendo la sua terra e la sua gente dall’invasore, è invece il cattivo, l’antagonista: perché nell’eterno progetto del pendolo, è Enea che deve vincere, perché nasca l’impero. Ma l’Enea che ci sta raccontando la storia, un uomo disilluso che guarda tutto dalla fine dei tempi, con una saggezza che vola più in alto della politica e della propaganda, sa bene che non è andata così, nessun potere è per sempre. Roma ha conquistato terre lontane a nord e la Palestina a sud. E i popoli di quelle terre, muovendosi verso il centro dell’impero, hanno creato spazio. E in quello spazio si sono infilati i barbari, che hanno distrutto l’impero. E ancor di più, Roma ha conquistato la Palestina e dalla Palestina due predicatori, Pietro e Paolo, sono venuti ad annunciare un nuovo dio, che ha travolto quelli antichi. E’ l’eterno ondeggiare del pendolo, che ci costringe ad interrogarci sul senso di quegli eventi che ancora oggi tentiamo di avvolgere in drappi di civiltà e di predestinazione. Per cui, allo stesso modo in cui i greci distruggono Troia col pretesto di un adulterio, eserciti occidentali distruggono Bagdad con la scusa della democrazia. Oppure aerei dirottati da fanatici uccidono migliaia di persone in nome di Dio, Allah. E ad Enea cosa resta? La domanda se davvero in quel momento in cui, sconfiggendo Turno, ha aperto le porte all’intera civiltà occidentale, sia stato sul serio un protagonista, oppure una delle tante vittime delle oscillazioni del pendolo.

Vendita online: www.vivaticket.com

Biglietteria presso Area Archeologica: 338 6230078 (la sera dello spettacolo dalle ore 19.00)

Informazioni e prevendite Ufficio IAT: 071 7978636

Amat: 071 2072439 amatmarche.net

Biglietti posto unico numerato 15 euro- Ridotto 12 euro