Mombaroccio, Il Beato Sante e i Santi del Santuario

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MOMBAROCCIO (PU) – Anche quando ti trovi altrove, il Santuario del Beato Sante avvicina con la sua navata stretta e gli storici altari lignei, con la spiritualità che trasuda, diffusasi negli ottocento secoli dall’arrivo dei primi frati sul Colle di Santa Maria di Scotaneto nelle città e colline sottostanti, abbraccia con il suo bosco sacro e la scalinata ampia fino al piazzale, con il suo campanile che svetta e così anche nella distanza che ti s’interpone, incolume ravviva il segno di una mano che si tende, una voce silenziosa che chiama, una carezza che non si disperde, una luce innalzata.

Penso al portone di legno pesante e levigato dal vento e dalle mani che si sono prodigate ad aprirlo e chiuderlo, a quelle dei fedeli che lo hanno spinto, penso all’acquasantiera appena vicino l’ingresso, al mobile anch’esso ligneo semplice che raccoglie libri piccoli e saggi di testimonianza sul Beato, sulla sua vita e sui miracoli, al Crocifisso con il volto chinato e rigato di sangue a sinistra con l’inginocchiatoio posto ai piedi della statua, ai lumini che possono essere accesi di fronte ogni Santo presente in Chiesa a partire da Sant’Antonio da Padova con il giglio bianco e il Bambino Gesù in braccio.

Subito dopo nel lato sinistro, al centro Lei, l’Immacolata Concezione che schiaccia la testa a satana, bella vestita di bianco con una luce azzurra che la illumina e la tinge di Cielo: il Cielo sulla Terra che porta con la Sua presenza, con la Sua Potenza, con la Sua purezza. L’Immacolata Concezione è la Madonna venerata dai Frati, così si presenta a Lourdes a Bernadette nel 1858, così mostra l’assenza del peccato originale che non l’ha macchiata sin dal grembo di Sant’Anna e le danno vittoria sul male spacciato sotto i suoi piedi. L’Immacolata guarda il Beato, è nella sua direzione che volge lo sguardo, in modo da allinearsi alle invocazioni che gli vengono rivolte dai pellegrini per chiedere la sua intercessione. Prega con loro per loro, dispiega la Sua Maternità affiancando la preghiera del Beato Sante Giancorsini. Poi San Francesco vicino l’altare, portato agli onori degli altari dopo soli due anni dalla morte nel 1228, patrono d’Italia, l’Alter Christus. E sull’altro lato mi soffermo dal secondo Santo più grande, San Giuseppe che sorregge il Figlio dell’Uomo, Gesù Bambino, mi inginocchio, lo prego, accendo un lumino. Santa Elisabetta d’Ungheria è invece ai bordi della cappella dove riposa il corpo del Beato.

Tutti loro, Santi e Beati sono amici pronti ad accogliere le nostre richieste lì al Santuario, disposti a sostenerci nel nostro raccoglimento, nelle nostre Eucarestie e chissà quante volte non ce ne siamo accorti ma hanno fatto grandi cose per noi, proprio loro, uno di loro, l’Immacolata forse che ci ha protetti con il Suo Manto e ha presentato con la nostra devozione al Beato e ai Santi, al trono di Dio le nostre suppliche. La loro immagine ci consola, ci è riferimento, forse ci porta a pregare in un modo più congeniale, converte di più il nostro cuore o solo eleva la mente alla loro grandezza e il nostro peregrinare.

Monica Baldini