La storia si svolge in un manicomio, dove la protagonista è ricoverata in quanto affetta da disturbo dissociativo dell’identità, a causa del quale percepisce il mondo in maniera distorta. La sua patologia è la conseguenza di un trauma subito nell’infanzia, trauma che ha rimosso nascondendosi in un mondo di sogno costruito ad hoc dalla sua mente. Per Alice l’ospedale psichiatrico è solo la cornice fisica di questo mondo fantastico. Dietro a creature stravaganti e al “mondo delle meraviglie” si nasconde quindi un segreto oscuro, e sogno, incubo e realtà si uniscono e si confondono inesorabilmente. Attraverso questo groviglio emotivo, Alice valica i confini del suo dolore e comincia un percorso di consapevolezza. Gli spettacoli di “Shakespeare in sneakers” sono sempre stati caratterizzati da un impatto visivo molto forte, e “Alice” non è da meno. Le scenografie sono ridotte al minimo per lasciare che siano le performance a riempire lo spazio scenico, e l’intensità, il colore e la direzionalità delle luci che accompagnano i vari momenti della storia sono stati studiati per ottenere il maggiore effetto narrativo. Nel silenzio assordante della malattia, emergono nenie e colonne sonore al confine tra inquietudine e meraviglia, in cui a prevalere sono le voci dei personaggi.
“Alice” è senza dubbio figlia del periodo di confinamento dovuto alla pandemia di covid-19 che ho passato a scrivere ininterrottamente. – dichiara la regista Veronica Pace – La sensazione di precarietà, incertezza, paura e claustrofobia che ha investito il mondo ha sicuramente contribuito alla stesura di un’opera drammaturgica a tratti estenuante, in cui il dissidio umano e lo sconforto la fanno da padrone. Pur essendo uno spettacolo psicologico e sociale, “Alice” è anche e soprattutto un’elegia di rivalsa, una delicata poesia d’amore e di bisogno. La sofferenza catartica della protagonista, per anni soffocata nel mondo della fantasia, la travolge, mandando in cortocircuito quel meccanismo di difesa che l’allontanava da se stessa. La storia di Alice diventa emblema della crudeltà del mondo, ma ci mostra come anche nei luoghi più oscuri la luce riesca a squarciare le tenebre grazie all’amore, la forza più universale”.
Per il tema trattato e il linguaggio utilizzato, lo spettacolo non è adatto ai minori di 14 anni.
Biglietti in vendita online su www.vivaticket.com, nelle biglietterie del circuito AMAT/Vivaticket e al botteghino del Teatro da giovedì 9 marzo, dalle 18 alle 20.
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