SAN SEVERINO MARCHE – Dopo il tour guidato al teatro Feronia, vero tempio della cultura settempedana, l’iniziativa “A casa con i Teatri di Sanseverino” fa visita a una delle più importanti raccolte d’arte della nostra regione: la pinacoteca civica comunale “P. Tacchi Venturi”, a palazzo Manuzzini. Il racconto di questo tempio sarà un passaggio in due parti, visto l’alto numero di tesori in esso conservati. La prima parte ha coinciso con la Giornata mondiale del teatro.
Il viaggio di Francesco Rapaccioni, direttore dei teatri settempedani, questa volta è realmente emozionale e porta alla scoperta di importantissime opere d’arte.
La pinacoteca civica settempedana, che viene sempre più vissuta come contenitore culturale a San Severino Marche, è spazio vivo dove si possono ammirare non solo veri capolavori ma dove si possono incontrare spesso, per opera dei Teatri di Sanseverino e dell’assessorato alla Cultura, oltre che di attivissime associazioni locali, anche scrittori e autori. Qui infatti, caso quasi unico in Italia, sono conservate opere fatte in città e per la città in un arco temporale lunghissimo.
Si tratta realmente di una delle raccolte d’arte antica più preziose e ricche delle Marche. Espone opere dipinte per la città fra Trecento e Seicento dagli artisti di quella scuola pittorica locale che al principio del Quattrocento si impose come una delle più avanguardiste d’Europa anche se conserva quadri anche di autori forestieri. Vi si confermano il polittico di Paolo Veneziano, capolavoro della pittura trecentesca adriatica, fra le opere venete del secolo una di quelle penetrate più internamente nel territorio marchigiano ed entrata in un’area già pienamente inserita nella temperie giottesca. Caposaldo nelle Marche delle umanissime verità epidermiche della pittura dei seguaci di Giotto è la Madonna dell’Umiltà del fabrianese Allegretto Nuzi, protagonista della scena artistica fiorentina dopo la metà del XIV secolo. Ricchissima la raccolta della produzione dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni che proposero da San Severino una versione del gotico fiorito meno azzimata e più vernacolare, immortalando sulle pareti delle chiese la San Severino del loro tempo con un’imparagonabile vis comica al limite del buffonesco e spalleggiati da un frizzante bagaglio di invenzioni narrative.
Per continuare a seguire le proposte dell’iniziativa “A casa con i Teatri di Sanseverion” basterà collegarsi alla pagina Facebook dei Teatri dei Sanseverino.
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