Macerata, lotta alla droga: proseguono i sequestri di infiorescenze di cannabis

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Il Procuratore Giorgio e il Questore Pignataro sottolineano i rischi per i giovani derivanti dall’uso di cannabis e portano avanti attività di controllo e repressione anche della commercializzazione della cosiddetta “cannabis legale”

MACERATA – Continuano, senza sosta, i sequestri di infiorescenze di cannabis anche nelle aziende agricole che forniscono i negozi di “cannabis light”. Per il Questore PIGNATARO non deve esserci alcuna tregua alla incessante attività di contrasto della commercializzazione di infiorescenze di cannabis promosse come “legali”. Grazie all’intervento ed all’audacia del Procuratore Capo Giovanni GIORGIO e del Sost. Proc. RICCIONI Enrico, la Polizia di Stato è risalita all’origine della filiera procedendo al sequestro di campioni di infiorescenze all’interno di una azienda agricola che cura la coltivazione e la produzione di cannabis e che rifornisce i negozi. Forte indignazione anche per la deprecabile propaganda pubblicitaria di infiorescenze di cannabis attraverso mezzi di informazione in cui si dedicano intere pagine alla commercializzazione della “cannabis light” come un alimento innocuo alla salute da acquistare e consumare normalmente.
Nella Provincia di Macerata il Questore è intervenuto con le chiusure di tutti i negozi che commercializzavano infiorescenze di cannabis.
La cannabis è considerata erroneamente una droga leggera ma è una vera e propria droga, induce dipendenza psichica alla stessa stregua dell’eroina e della cocaina.
Il consumo di cannabis conduce a disturbi di carattere psichico, in particolare la cosiddetta “sindrome amotivazionale” secondo la quale il soggetto abitualmente dedito alla cannabis perde progressivamente le sue ambizioni, diviene apatico e introverso, determina perdita di memoria prospettica, deficit di attenzione, deficit psico-motori, un superiore tasso di incidenti stradali e mancata reazione a situazioni di emergenza oltre che una elevata aggressività. Le tragedie, verificatisi nel territorio nazionale nell’ultimo periodo, ricalcano fedelmente le patologie che la scienza ribadisce da anni, eventi collegati al mondo della droga ed al consumo della cannabis.
Nessun ostacolo all’iniziativa economica per quanto riguarda la produzione della cannabis purché vengano osservate le norme stabilite dalla legge comunitaria 242/2016 che ha come scopo quello di rilanciare l’industria di settore infatti ne sono dettagliatamente indicate le finalità: L’art. 2, rubricato “Disposizione per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”, richiamato in molte delle confezioni in vendita, indica analiticamente tutti i numerosi settori nei quali la canapa coltivata può trovare utilizzazione ma si ribadisce, ancora una volta, che non prevede assolutamente come finalità della coltivazione l’ottenimento di un prodotto tecnico per ricerca o collezionismo o di vendita al pubblico di un prodotto non destinato al consumo umano.
La vendita e la detenzione non vengono citate dalla Legge anzi sono escluse.
Infatti il Consiglio Superiore di Sanità, su richiesta del Ministero della Salute, in data 10 Aprile 2018 ha manifestato parere contrario alla commercializzazione di tali sostanze ritenendo che la vendita dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di “cannabis” o “cannabis light” qualunque ne sia il contenuto percentuale di Delta-9 THC pone certamente motivo di preoccupazione e raccomanda misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti.
Questa è l’ennesima prova che ci troviamo di fronte a società quotate in borsa e quindi una potenza economica che vuole, ad ogni costo, avvelenare i nostri giovani e distruggere le nostre famiglie.
La Polizia di Stato di Macerata è costantemente impegnata nella lotta al contrasto di sostanze stupefacenti, prosegue nella sua intensa attività di controllo e repressione anche della commercializzazione della cosiddetta “cannabis legale”.
L’impegno dell’Autorità Giudiziaria e delle Forze di Polizia è massimo ma il Questore sollecita anche la mobilitazione delle famiglie per difendere i propri figli con atti concreti e visibili contro multinazionali e federazioni che vogliono, ad ogni costo, normalizzare l’uso di queste sostanze e avvelenare i nostri giovani.
Non deve essere accettata l’indifferenza dei tanti che altro non è se non la negazione dello spirito umano e deve essere contrastato in ogni modo l’intento criminoso di queste multinazionali che, per meri interessi economici, vogliono avvelenare i nostri giovani.
Abbiamo percepito una stanchezza della comunità della Provincia di Macerata di fronte all’inerzia ed all’indifferenza del legislatore ma abbiamo anche assistito ad una unanime attestazione di stima a seguito della chiusura di questi negozi perché la gente ha bisogno di presenza, di vicinanza, di solidarietà.
Non è ammissibile che l’Italia, Stato con un sistema legislativo tale da essere considerata “Culla del Diritto” tolleri una situazione del genere in cui, in gran parte del territorio nazionale, detta sostanza viene venduta di fatto come se fosse stata legalizzata.
Tutte le Forze di Polizia a Macerata sono impegnate, di concerto con la locale Autorità Giudiziaria con l’audace Procuratore Capo Giovanni GIORGIO e i suoi valorosi Sostituti in una forte e continua azione sinergica volta al contrasto di questo fenomeno tanto che tale operatività della Provincia può costituire un esempio e un modello operativo che mira a tutelare i ragazzi della nostra comunità e le loro famiglie per evitare la disperazione e la tribolazione del vedere i propri figli entrare nel tunnel della droga.
Occorre al più presto un doveroso intervento del legislatore, come peraltro richiesto anche dai giudici ermellini, al fine di tutelare la salute dei nostri giovani, principio sancito dalla Carta Costituzionale, onde evitare di innescare una emergenza nazionale, come sta accadendo nei paesi che hanno proceduto alla liberalizzazione, conseguente ad una visione maldestra e falsata della realtà che spinge i giovani al consumo della cannabis nella errata convinzione che si tratti di marijuana innocua alla salute.