“Lu matrimoniu a casa de Mengre” per la Rassegna dialettale Invernacolando

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Sipario teatro MarcheNews24

SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP) – Prenderà il via sabato 16 gennaio la rassegna teatrale dialettale “Invernacolando 2016”, imperniata su un genere, quello del teatro comico dialettale, che, oltre a far divertire, ha il pregio di tenere vivo l’interesse per il dialetto quale lingua delle origini e tradizioni.

La rassegna, organizzata dall’associazione culturale di promozione sociale “Progetto Idea” con il patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto, è giunta all’ottava edizione e si terrà al teatro “Concordia”. Nella prima delle cinque serate previste in cartellone ad esibirsi sul palco sarà la compagnia teatrale “Lucaroni” di Mogliano (MC), con l’esilarante commedia in due atti dal titolo “Lu matrimoniu a casa de Mengre”. Inizio spettacolo ore 21,15.

Biglietti: intero € 9, ridotto (bambini fino a 12 anni) € 3, abbonamento a 5 spettacoli € 40. Prevendita presso la tabaccheria Loggi – via Ferri 98, il lunedì ed il mercoledì dalle 17:30 alle 19:30. Il giorno dello spettacolo, biglietteria del teatro “Concordia” dalle 18 alle 21. Info: 3470679640 oppure sito www.invernacolando.it e pagina Facebook INVERNACOLANDO.

L’opera è la rappresentazione di una tipica famiglia contadina degli anni sessanta, la famiglia di “Neno de Mengrè” dove Neno sta per Nazareno e “Mengrè” era uno dei tanti soprannomi con i quali venivano etichettate e riconosciute le famiglie dell’epoca. Il nostro personaggio, oltre ai problemi che si trova ad affrontare in campagna, è alle prese con un padre e un figlio inseparabili, ma sempre attratti dai guai, e una moglie con la mania del comando. Ma il povero Neno non sa che sulla sua casa si sta per abbattere un problema ben più grande e al quale nessuno era preparato: il fidanzamento della figlia Maria.

Cosa ancor più grave, deve conoscere la famiglia del fidanzato con la quale organizzare la relativa spartizione delle spese matrimoniali, che all’epoca seguivano un preciso cerimoniale dal quale non ci si doveva distaccare neanche di una virgola, pena l’annullamento del matrimonio. L’opera ci presenta, in un crescendo di emozioni e risate, scene spassose e divertenti come la richiesta di aiuto della figlia al padre per far accettare alla mamma il fidanzamento; l’arrivo di Valintì che timido e impacciato deve chiedere a Neno la mano della figlia; la visita dei genitori del fidanzato dove la madre fa sfoggio di tutta la sua arrogante superiorità (non culturale, ma dovuta al fatto di essere contadini proprietari del terreno che lavorano) e il padre che, sottomesso da una donna tanto forte, evidenzia tutte le sue insicurezze con un tic che lo costringe a grattarsi continuamente.

Non meno divertente è la lite che nasce tra i coniugi Mengrè e i futuri suoceri per la spartizione delle spese del matrimonio. Il parroco del paese, come spesso succedeva all’epoca, riesce a ristabilire la pace tra le famiglie dei futuri sposi. Ma… un colpo di scena finale (provocato da nonno e nipote) rimetterà in discussione il tutto.