‘I segni’, una riflessione di Monica Baldini per la giornata della poesia

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FANO – C’è un bellissima camelia nel mio piccolo giardino che chiamo bonariamente “orticello” perché oltre ad un ulivo “spennacchiato” e depilato, ha vasi e vasetti, piante grasse appese in stupende costruzioni verticali fai da te in legno, ha gerani e ciclamini, ha poi terriccio a sufficienza per piantare ad ogni stagione qualche pianta da frutto o per fare da sgambatoio pronto all’uso per i due cani, ha un po’ di tutto che lo arricchisce e lo rende non proprio orto né giardino vero e proprio, dunque un orticello, passatemi il termine.

Mi affaccio e la vedo con i suoi petali concentrici, rosa accesi fino al rosa porpora e toccandoli pare di sentire velluto morbido e sereno. Trasmette bellezza e delicatezza, fierezza al contempo e vita che si rinnova all’inizio di primavera.

La camelia è lì, sbocciata nei suoi colori.

I segni, guardiamo i segni, quel venticello che passò tra le piante e colse il poeta di Recanati facendolo naufragare nell’infinito dolce, il tramonto ed i gabbiani che planano e vengono e vanno chissà dove, le rondini che arriveranno, i merli che volteggiano e scendono in picchiata, cantano e si richiamano, i piccioni, i passerotti, i pettirossi, le margherite che decorano i prati, la fioritura, il verde che fiorisce e l’azzurro che ci copre, il sole che ogni alba sorge ad oriente e non smette qualsiasi causa accada sotto i suoi raggi, la luna e la notte che cala. Fissiamo lo sguardo sui segni del Creato, dei tempi e immergiamoci nel silenzio per rompere quella sospensione. Immergiamoci non con il pensiero, con le previsioni e i bilanci di come e quando tutto ripartirà ma cogliamo il presente come foriero dei messaggi che vuole donarci. Oltre il velo della fretta, della velocità, del consumismo c’è una realtà vera che per tanto tempo abbiamo dimenticato.

Guardiamo il cielo, lodiamo, ringraziamo e dedichiamoci a fare opere non per esibizionismo e pura gratificazione ma perché esseri che vivono, che hanno in dono la vita e solo proliferando nella generosa gratuità e carità possono vivere, solo nell’amore possono avere valore.

In occasione della Giornata mondiale della Poesia e dell’inizio di Primavera, vorrei porre in attenzione il Cantico delle creature di San Francesco perché possa venirci in aiuto, sciogliendo tante barriere e allargando la nostra vista oggi nella prova.

“Altissimo, onnipotente, buon Signore, tue sono le lodi, la gloria, l’onore e ogni benedizione.

Solo a Te, Altissimo, si addicono, e nessun uomo è degno di menzionarti.

Sii lodato, o mio Signore, con tutte le tue creature, specialmente messer fratello sole, che è giorno e attraverso il quale ci illumini. Ed esso è bello, raggiante e con grande splendore: esso simboleggia Te, Altissimo.

Sii lodato, o mio Signore, per sorella lune e le stelle; le hai create in cielo, chiare, preziose e belle.

Sii lodato, o mio Signore, per fratello vento e per l’aria serena e nuvolosa e ogni tempo, grazie al quale dai il nutrimento alle tue creature.

Sii lodato, o mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e pura.

Sii lodato, o mio Signore, per fratello fuoco, grazie al quale illumini la notte: ed esso è bello e gioioso, vigoroso e forte.

Sii lodato, o mio Signore, per nostra sorella madre terra, che ci sostiene e nutre, e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba.

Sii lodato, o mio Signore, per quelli che perdonano per il tuo amore e sopportano malattie e tribolazioni.

Beati quelli che sopporteranno questo in pace, poiché saranno incoronati da te, Altissimo.

Sii lodato, o mio Signore, per nostra sorella la morte del corpo, dalla quale nessun uomo mortale può sfuggire: guai a quelli che moriranno in peccato mortale; beati quelli che essa troverà nella Tua santissima volontà, poiché la seconda morte non farà loro male.

Lodate e benedite il mio Signore e ringraziatelo, e servitelo con grande umiltà.