Meeting della Commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome a Senigallia

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Ministro Giorgetti: “Prima l’idea imprenditoriale, poi il contributo pubblico”. Presidente Acquaroli e vicepresidente Carloni: “Le Regioni sanno interpretare le esigenze locali”

SENIGALLIA – “Stamattina mi sono sentito a casa! Finalmente un confronto diretto, non sulle teorie, ma sulla realtà, sulle competenze, perché le imprese non hanno bisogno di teoria: devono misurarsi, ogni giorno, con i mercati”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in conclusione dei lavori della Commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che si sono tenuti, questa mattina, alla Rotonda a Mare di Senigallia.

“Una propensione al miglioramento – ha proseguito il Ministro – e al buon senso si riverbera anche nella mentalità degli amministratori regionali e, diciamoci la verità, non sempre a livello politico sentiamo discorsi di buon senso. Invece la vicinanza al sistema imprenditoriale forma una cultura del pragmatismo che è utile specialmente in questa fase. Perché lo sviluppo economico lo fanno le imprese non la politica; noi possiamo agevolare il coordinamento delle regole e facilitarle, ma le imprese hanno urgenze ed esigenze da soddisfare. E allora bisogna essere flessibili e duttili, quando dobbiamo fare i conti con una realtà prepotente. Ma bisogna cambiare approccio: prima viene l’idea imprenditoriale e poi il contributo pubblico, non il contrario. È decisivo l’uso intelligente del contributo pubblico, funzionale alla capacità dell’atto creativo dell’impresa. Occorre quindi invertire le politiche economiche: da quelle basate annosamente sulla domanda, a politiche strutturate sull’offerta anche attraverso un confronto istituzionale continuo con le imprese. Ben vengano quindi anche le proposte di tavoli permanenti che ha proposto il vicepresidente Carloni. Ma ci vuole anche l’appoggio europeo. Siamo in un’economia di guerra, ormai è certo, quindi la risposta ai costi di una guerra deve essere di risarcimento alle nostre imprese che stanno subendo bombardamenti economici. Ma, in definitiva, il ruolo principale delle istituzioni deve essere quello di fornire un quadro ideale di fiducia e di certezza alle imprese, perché possano operare al meglio”.

Aprendo l’incontro, moderato dal giornalista del Sole24ore, Gianni Trovati, il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli ha evidenziato: “Parte dalle Regioni la ripresa dello sviluppo economico nel loro ruolo fondamentale di vicinanza alle imprese e nella strategia delle politiche della programmazione europea. Le Regioni rappresentano una grande opportunità – ha aggiunto – perché, rispetto al governo centrale, hanno maggiore conoscenza, affinità e possibilità di dialogo con i territori, con le imprese, le categorie e i corpi intermedi. Sanno interpretare meglio le esigenze territoriali”.

L’intervento del Coordinatore della Commissione Sviluppo Economico e vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni.Proposta di metodo al ministro Giorgetti: l’avvio di un Tavolo di confronto politico permanente.

Anche il vicepresidente della Giunta regionale Mirco Carloni ha ribadito che “l’economia del Paese ripartirà dalle regioni. È infatti nelle realtà uniche territoriali, con le loro peculiarità e potenzialità, che possiamo sviluppare politiche economiche mirate ed efficaci che generino un valore più grande a livello nazionale. Dinamismo e capacità di reazione di fronte ai nuovi scenari sono caratteristiche fondamentali per sopravvivere. Le nostre imprese sono chiamate a questa vivacità, ma lo siamo anche noi come istituzione”.

Carloni ha tracciato il quadro entro cui si sta muovendo in questo momento l’economia italiana. Alla crisi legata alla pandemia ora si affianca quella generata a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina. “Una crisi senza precedenti – ha ribadito il vicepresidente – che ha investito i mercati dell’elettricità e del gas in Europa e che rappresenta una vera e propria emergenza da affrontare con misure di tipo strutturale e di prospettiva”.

Con riferimento alle esportazioni, riguardanti alcuni settori tradizionalmente importanti quali il lusso, il turismo e l’agroalimentare, verso i mercati di Russia, Bielorussia e Ucraina, le stime di impatto collegate all’attuale situazione di conflitto e le conseguenti sanzioni adottate a livello internazionale costeranno all’Italia circa 9,9 miliardi di euro.

“In questo contesto – ha insistito Carloni – Nessuno si salva da solo. Risulta evidente come fare sistema tra istituzioni ed imprese sia vitale per sostenere lo sviluppo economico territoriale e nazionale. Creare una forte sinergia che possa divenire un volano di crescita per superare le sfide di un periodo storico complesso come quello odierno. Occorre definire un nuovo approccio, più complesso, articolato e integrato, di politica industriale strategica europea che contempli anche la gestione del rischio delle forniture, specialmente quelle che incidono in maniera particolare sulla transizione digitale e green. E certamente occorre partire da alcuni ambiti prioritari già promossi a livello europeo su cui impostare una strategia di politica industriale comune, quali le politiche per la ricerca e l’innovazione tecnologica, la difesa, la cyber security, l’aerospazio, i settori a forte intensità energetica, le energie rinnovabili, la digitalizzazione, l’elettronica e la salute”.

Le Regioni, come ha evidenziato Carloni, hanno definito le proprie strategie di sviluppo territoriale in perfetta coerenza con tali ambiti, sui quali è necessario concentrare tutti gli sforzi anche con la nuova programmazione dei fondi comunitari 2021-2027. In tale quadro, si inserisce il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) con i suoi 191,5 MLD di euro che rappresenta un’opportunità imperdibile di sviluppo, investimenti e riforme.

“Siamo davanti a sfide inedite – ha dichiarato il vicepresidente – ma allo stesso tempo di fronte ad opportunità uniche. Anche le Regioni saranno impegnate a definire interventi territoriali in grado di agire capillarmente per costruire reti, opportunità, condizioni per il cambiamento delle imprese. Un ruolo che deve essere complementare rispetto a quello nazionale essenziale per l’efficacia complessiva delle strategie”.

Nel disegnare una nuova politica industriale, per Carloni non si può non pensare anche alla dimensione di politiche di incentivo legate all’inclusione, al sociale, all’Education e alle nuove competenze legate ai settori innovativi del green e del digitale e alle nuove forme del lavoro. Fondamentale sarà poi affrontare, in un’ottica di leale collaborazione istituzionale, da parte del Governo e delle Regioni, le diverse criticità richiamate, con la finalità di definire una strategia condivisa e coordinata, evitando la sovrapposizione delle programmazioni e assicurando la maggiore efficacia dell’utilizzo delle risorse disponibili. La Conferenza delle Regioni sarà il banco di prova per mettere in atto le buone pratiche su filiere lunghe in settori strategici.

Carloni ha citato a tal riguardo il progetto multiregionale sull’aerospazio confluito nella Space Economy nazionale e rifinanziato anche con il PNRR. Altri terreni di intervento comune potranno riguardare: il rafforzamento tecnologico, organizzativo e dimensionale delle imprese, con particolare attenzione alle MPMI. Si tratta, nello specifico, di sostenere l’incremento della capacità di ricerca e sviluppo delle imprese, anche attraverso la promozione e il consolidamento di aggregazioni/reti d’impresa e la promozione delle collaborazioni con gli enti di ricerca; l’incentivazione all’inserimento di personale di ricerca o altamente qualificato nelle MPMI; il sostegno all’incremento delle competenze manageriali, anche accompagnando i processi di ricambio generazionale; la promozione delle sinergie e del coordinamento tra fondi pubblici e privati.

Carloni ha poi fatto al ministro Giorgetti, presente in sala, una proposta di metodo, che riguarda l’avvio di un Tavolo di confronto politico permanente finalizzato alla concertazione nella fase ascendente della definizione delle strategie di politica industriale: “Tale modalità di stretta collaborazione fra il ministro e gli assessori regionali – ha sottolineato – garantirebbe una sistematizzazione e una massimizzazione degli interventi con evidenti ricadute positive sui territori”.

“La flessibilità e la capacità di reazione alle sollecitazioni dell’ambiente esterno – ha concluso l’intervento Carloni – è di fondamentale importanza per essere davvero in grado di definirsi resilienti. Ripartire dalle Regioni significa proprio questo”.