Celebrazioni per il 78esimo anniversario della Liberazione di Pesaro

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Il sindaco Ricci: «Manteniamo vivi i principi della Resistenza con l’impegno civile, politico e partecipazione al voto»

PESARO – La città di Pesaro ha ricordato oggi  la Liberazione della città, avvenuta il 2 settembre 1944 con la deposizione delle corone e un corteo che si è snodato tra i luoghi simbolo: Monumento della Brigata Maiella in piazza Alfieri, Monumento alla Resistenza, Monumento agli Alpini (inaugurato oggi), Cappella Votiva S.Ubaldo, Sacrario dei Caduti per la Libertà in Piazzale Collenuccio. Qui, durante il momento conclusivo, l’intervento del sindaco Ricci: «I valori della Resistenza sono un pezzo del grande risultato che abbiamo ottenuto con la Capitale italiana della Cultura 2024. Cultura significa “ciò di cui sei fatto” e la nostra comunità si fonda sui principi di democrazia, libertà e uguaglianza, per questo dobbiamo continuare a ricordarli».

Il sindaco ha proseguito facendo un salto temporaneo, «Che cos’era Pesaro 78 anni fa? Una città libera, ma sommersa di macerie. Durante la guerra Pesaro fu completamente “sfollata”. Donne, bambini, anziani trovarono rifugio nelle campagne, mentre i più giovani avevano scelto di combattere contro il fascismo, il nazismo e gli invasori». Poi continua ricordando la grande collaborazione tra alleati, partigiani del territorio e Brigata Maiella, che ha portato alla liberazione della città. «Si parla a sproposito di patriottismo – dice il sindaco -. In passato furono i partigiani che difesero la libertà, oggi sono coloro che tutti i giorni difendono i valori della Costituzione e della Resistenza, come la nostra Liliana Segre».


Celebrare la Liberazione per Ricci significa «ringraziare coloro che si sono battuti, che hanno resistito, che sono caduti. Senza di loro l’Italia non sarebbe una democrazia e noi non potremmo guardare al sogno europeo». Qui il sindaco ha poi ricordato il Manifesto di Ventotene pubblicato nel ’44 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi: «Mentre l’Europa veniva massacrata da una guerra feroce, loro immaginavano un’unità europea che potesse garantire la pace. Quell’Europa oggi c’è ed è indispensabile per il nostro futuro per far fronte alla grave crisi energetica, per affrontare il nuovo ordine geopolitico che l’invasione atroce della Russia nei confronti dell’Ucraina ha avviato. Oggi, come allora, non potevamo essere neutrali e abbiamo deciso di stare dalla parte di chi resiste». Il sindaco ha poi concluso ricordato l’impegno nei confronti dell’Ucraina: «Come altre realtà abbiamo avviato progetti di aiuto. Pesaro ha adottato Kharkiv, come noi Città Creativa della Musica UNESCO, martoriata dai bombardamenti come lo era il nostro centro storico 78 anni fa. Stiamo accogliendo mamme, bambini, ragazzi e ragazze che studiano al Conservatorio. Quando i fucili smetteranno di sparare e tutto sarà finito il nostro obiettivo sarà aiutare Kharkiv nella ricostruzione dei luoghi della cultura».