Capitale Italiana della Cultura 2022: Ancona tra le 10 finaliste

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Ancona nella shortlist delle città candidate. Il dossier sul tema La Cultura tra l‘Altro per la corsa al titolo e la piattaforma dedicata Ancona 2022.com

ANCONA – Ancona è tra le dieci città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022.

Delle 28 città che si sono proposte per ottenere l’ambito riconoscimento, la Giuria incaricata dal MiBACT ha decretato la rosa dei 10 progetti di candidatura migliori: Ancona; Bari; Cerveteri (Roma); L’Aquila; Pieve di Soligo (Treviso); Procida (Napoli); Taranto; Trapani; Verbania; Volterra (Pisa).

Una di queste città, entro il 18 gennaio 2021, si vedrà attribuire il titolo.

L’articolato progetto che ha portato Ancona a distinguersi tra le finaliste ha come tema La cultura Tra l’Altro.

Il gruppo di lavoro che ha partecipato al Dossier di Candidatura è composto da chi negli ultimi anni ha contribuito a tracciare i percorsi culturali della città: aziende, enti, associazioni pubbliche e private, istituzioni del territorio che, assieme a un team di giovani, hanno sviluppato 84 progetti originali, cui si aggiungono iniziative di artisti e pensatori della cultura nazionale che hanno deciso di scommettere sulla città dorica. Un percorso di collaborazione corale e sinergico con l’intento di avviare un progetto per il territorio, nel quale la cultura ha un ruolo da protagonista nella metamorfosi della città e delle zone limitrofe. La candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2022 significa, per Ancona, la costruzione di una grande rete partecipata, pubblica e privata, destinata a crescere nel tempo e che affida alla leva culturale le grandi trasformazioni sociali, economiche ed urbanistiche in atto.

Il gruppo ha individuato nell’incontro, nel rapporto con l’Altro, il tema della candidatura.

«Essere finaliste è un onore e una responsabilità, nei confronti soprattutto del territorio regionale» dichiara Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona «Vogliamo essere al servizio di tutta la comunità, come è giusto che sia. Tre cose sono certe: il fatto che la nostra corsa è una corsa di tutto il territorio; il fatto che abbiamo lavorato con concretezza, senza fare il passo più lungo della gamba, e siamo pronti a realizzare tutto quello che abbiamo scritto nel dossier; e infine, il fatto che il lavoro svolto sino ad oggi per la candidatura ha accelerato tante dinamiche e tanti processi culturali da fornire un grande slancio per il domani, comunque vada».

«Per candidarci abbiamo scelto il tema dell’Altro» commenta Paolo Marasca, assessore alla cultura del comune di Ancona «Un tema che è fondamentale per la cultura di ogni tempo, ed è vitale per una città come Ancona, nata, cresciuta e quasi distrutta per mano dell’Altro. Un tema, anche, che oggi assume una valenza ulteriore, e con il quale ci mettiamo a disposizione del Paese per trovare risposte nell’universo complesso delle relazioni, dei legami, degli incontri, ma anche della diffidenza e della distanza. La città ha partecipato con grande impegno e creatività, sviluppando progetti unici e originali, generativi. Sappiamo quanto ve ne sia bisogno».

L’altro è l’espressione di un mondo possibile – G. Deleuze

Il processo partecipato della candidatura di Ancona prende il via dalla consapevolezza che oggi più che mai la cultura ha un ruolo sociale: l’identità, l’inclusione, l’uguaglianza, la coesione sociale, la difficoltà insita in ogni forma di relazione sono i temi delle arti e del pensiero contemporaneo e la cultura è la membrana attraverso cui i cambiamenti, gli avvenimenti e le risposte fornite dalla tecnica sono filtrati e guadagnano così un senso, per migliorare l’individuo e la collettività. Il tema dell’Altro è il sistema di legami, relazioni, conflitti, traumi che si compiono tra uomo e uomo, tra uomo e pianeta, tra uomo e tecnica.

Ad Ancona, città di mare, ciò è quanto mai evidente: partenza e approdo, scambio e mercato, viaggio ed esplorazione sono nel DNA di Ancona, che è profondamente segnata, in positivo e in negativo, dal rapporto con le altre genti. La città sorge sul mare, su un promontorio a forma di gomito: da qui viene il suo nome, attribuitole dai Greci di Siracusa, che la fondarono nel 387 a.C. Il promontorio protegge naturalmente il più ampio porto naturale dell’Adriatico centrale, segnando il destino della città: sede di un grande porto romano; rivale di Venezia e Ragusa in Adriatico; Repubblica marinara, assediata, controllata da imperatori, papi, eserciti e mercanti; roccaforte militare dopo il Risorgimento; focolaio anarchico; repubblica indipendente.

Ma l’incontro con l’Altro è stato anche, più volte, ingovernabile: nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, nel disastroso terremoto del 1972 e nella frana del 1982.

Il tema dell’Altro è declinato in tre grandi sezioni nel Dossier: Altro come Incontro, Altro come Trauma, Altro come Cura.

L’Altro come Incontro racchiude progetti che mettono al centro la relazione e la scoperta dell’altro nell’esistenza individuale e collettiva: mostre, occasioni sociali, concerti, spettacoli con grande interazione con il pubblico, pensati da grandi personaggi della cultura italiana, tra i quali Marco Baliani, Manuel Agnelli e Mauro Ermanno Giovanardi.

L’Altro come Trauma riflette sulle cicatrici, i conflitti, le complessità, le intrusioni che, sempre, derivano dall’incontro con l’Altro. Trauma è conflitto, ma anche gestione del conflitto, confronto che permette a una comunità di crescere, nella coscienza della differenza: tra i pensatori che porteranno i loro contributi, il filosofo Federico Leoni.

L’Altro come Cura comprende i progetti animati da un forte spirito sociale, che si impegnano per la riqualificazione di spazi e che cercano di ricucire un tessuto sociale sfibrato, animati da personalità come lo psicoanalista Massimo Recalcati. Prendersi cura – dell’Altro, della comunità, della propria città, del Pianeta – è ciò che determina una civiltà.

La città si prepara

Ancona si immagina Capitale della Cultura progettando non solo una città, ma un sistema culturale nuovo. Questo impianto progettuale si lega al Piano strategico pluriennale, ideato nel 2013 per aiutare la città a uscire dalla crisi, attualizzato per monitorare la sostenibilità in modo coerente con l’Agenda ONU 2030, e articolato attorno a tre punti focali: Città-Mare, che valorizza la sua posizione nell’Adriatico e l’elemento naturale che le è proprio; Città-Mole perché ad Ancona si trova uno dei più affascinanti complessi monumentali del Paese, la Mole Vanvitelliana, dell’architetto Vanvitelli; Città-Capoluogo, per rivendicare un ruolo centrale nel territorio.

La crisi del 2020 colpisce, dunque, un’Ancona in trasformazione, impegnata in un cambiamento a livello sociale, economico e urbanistico, che affida alla cultura la costruzione di significati nuovi nel tessuto sociale.

Una Capitale di cultura deve interrogarsi sui tre grandi temi emersi con la pandemia: il ruolo della Città oggi, in un’epoca di radicale trasformazione delle relazioni sociali e personali; il ruolo del Corpo e dell’incontro tra corpi, oltre la mera prospettiva tecnico-scientifica; il ruolo della Cultura. Per rispondere a questi interrogativi, Ancona ospita già dal 2021 un processo di formazione biennale a Palazzo Camerata, nel cuore del centro storico: enti di formazione, festival, soggetti scientifici e culturali danno vita ad un centro estemporaneo di formazione per giovani, con incontri, workshop, percorsi didattici e laboratoriali di filosofia, scienza, tecnologia digitale, scienze sociali, arte, per dare un senso e un’intensità al percorso di candidatura e alle iniziative in programma per il 2022.
E, assieme alle persone, anche la città prosegue il suo cammino di preparazione, con importanti interventi di rigenerazione urbana: si concluderà il restauro della Mole Vanvitelliana, con l’apertura di una nuova ala di 6.000 mq, che porta il complesso monumentale a raggiungere i 22.000 mq totali.

Anche lo spazio esterno della settecentesca Mole si trasforma, per l’anno della cultura: i vecchi binari in disuso saranno coperti dal prato e da allestimenti e il mare e le barche ormeggiate nello specchio d’acqua che circonda il monumento diverranno scene per attività ed eventi e per la comunità. Si riallaccia così il legame tra Ancona e il Porto Antico, che diventerà la grande arena per spettacoli all’aperto. La linea della costa torna ad essere unita, in un paesaggio che parla di arte, di archeologia, di lavoro, di scambio e confine: una realtà unica, pedonale e ciclabile, collegata attraverso mezzi pubblici sostenibili, protesa nel mare eppure allacciata senza soluzione di continuità al centro cittadino.

Accanto a questo grande centro di cultura lungo il mare, si lavora in parallelo per rivitalizzare, attraverso la cultura, le periferie: le istituzioni, i festival, le associazioni e i grandi progetti urbanistici ricostruiscono le identità e gli spazi di incontro, riconnettendo le periferie al centro città.

E ancora: il progetto di Ancona si estende oltre i suoi confini. Sono stati rafforzati legami virtuosi e sviluppate idee con altre città marchigiane, a sostegno della candidatura del capoluogo: Loreto con la Santa Casa; Macerata, città del celebre Sferisterio; Recanati, città di Leopardi; Senigallia; Camerano e anche Fano, candidata anch’essa a Capitale della Cultura e pronta ora a lavorare con Ancona per il territorio marchigiano.

La piattaforma Ancona2022.com

Per raccontare e divulgare l’ampio e articolato progetto e dare notizia in tempo reale delle iniziative è stata ideata la piattaforma www.ancona2022.com.

È uno strumento pensato per condividere con cittadini e visitatori come, concretamente, il piano strategico e culturale anima la candidatura di Ancona e ridisegna la geografia culturale della città, fino a comprendere la periferia, le altre città vicine e l’intera Regione.
Fondamentale, in questo senso, il ruolo della mappa, che mostra lo spostamento del baricentro culturale, normalmente focalizzato sui canonici luoghi della cultura, che ora si apre per includere un intero territorio e accogliere anche persone che normalmente non abitano i luoghi culturali.
La piattaforma restituirà tali contenuti attraverso una narrazione immersiva fatta di voci, suoni, immagini e pensieri che insieme racconteranno il tema della candidatura a Capitale, le varie proposte progettuali che sono nate, la ripartenza di una città.

La candidatura di Ancona a Capitale Italiana della Cultura è promossa dal Comune di Ancona con: Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale; Università Politecnica delle Marche; Marche Teatro; MIRA Musei in Rete Ancona; Fondazione Teatro delle Muse; Fondo Mole Vanvitelliana.

Il dossier è a cura del Comune di Ancona, Assessorato alla Cultura, con: Sabrina Maggiori; Carolina Mancini; Andrea Mangialardo; Massimo Pigliapoco; Alessio Ruta.