Camerino, ricerca Unicam su microrganismi marini e cambiamenti climatici

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Unicam unico Ateneo italiano nel progetto internazionale finanziato dalla Gordon and Betty Moore Foundation e pubblicato su Nature Methods

cellule euplotesCAMERINO – La ricerca dell’Università di Camerino conferma ancora una volta la sua eccellente qualità. Il gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Cristina Miceli, docente della Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria di Unicam, di cui fanno parte anche la prof.ssa Sandra Pucciarelli, la dott.ssa Angela Piersanti e il dott. Matteo Mozzicafreddo, è capofila di un progetto che ha ottenuto un importante finanziamento qualche anno fa da parte della Gordon and Betty Moore Foundation, che ha lanciato un’iniziativa coraggiosa nominata Marine Microbiology Initiative con l’intento di sostenere progetti rivolti a sviluppare nuove tecnologie in microrganismi marini già noti per particolari caratteristiche, così da costituirne nuovi sistemi modello per studiare le variazioni ambientali, sia in relazione al clima che ai contaminanti nel mare.

Il finanziamento ha consentito al gruppo Unicam, unico gruppo italiano finanziato con il ruolo di principal investigator, unitamente a molte altre istituzioni europee, statunitensi e giapponesi, di avviare l’attività di ricerca volta a conoscere meglio la genomica di protozoi marini, tra cui una specie antartica, molto sensibile a variazioni di temperatura ed inquinamento ambientale.

Ora i risultati, frutto di un lavoro di grande collaborazione in modalità open science tra oltre 100 ricercatori coinvolti in tutto il mondo, sono stati pubblicati nel numero di aprile della prestigiosa rivista internazionale “Nature Methods”.

In particolare, tra i risultati ottenuti dal gruppo di ricerca Unicam, è sicuramente molto rilevante la caratterizzazione ed il confronto dei genomi di due specie di protozoi, Euplotes focardii ed E.crassus, il primo antartico ed il secondo adattato agli ambienti temperati e comune nel nostro mare Adriatico.

“Abbiamo messo a punto, anche grazie a competenze bioinformatiche, – ha sottolineato la prof.ssa Miceli – nuovi modelli unicellulari marini che si possono utilizzare per studiare vari meccanismi biologici, soprattutto di risposta ai cambiamenti ambientali. Siamo quindi in grado di osservare quali sono i geni che si attivano in risposta a cambiamenti di temperatura o salinità, come sta avvenendo in Antartide per lo scioglimento dei ghiacci, o in risposta a contaminanti ambientali come nanoparticelle di metalli pesanti e nanoplastiche purtroppo molto presenti nei nostri mari”.

“Anche a nome dell’intera comunità universitaria – ha sottolineato il Rettore Unicam Claudio Pettinari – esprimo grande soddisfazione per questo ulteriore successo che conferma l’eccellenza della qualità della ricerca scientifica Unicam, riconosciuta anche a livello internazionale. La qualità della ricerca di base rappresenta infatti un passo fondamentale per lo sviluppo di metodi e tecnologie innovative che siano poi a beneficio di tutti noi, della sostenibilità dell’ambiente, della salute pubblica”.