ANCONA – Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, intervenendo in merito alle ricorrenti polemiche legate allo sviluppo della rete ciclabile regionale ha ribadito che non bisogna fare confusione tra i fondi stanziati per la ricostruzione, con quelli europei destinati allo sviluppo delle aree terremotate.
“Va chiarito, per l’ennesima volta, che le ciclovie rientrano nel pacchetto dei 248 milioni che l’Europa destina alla rinascita dell’area colpita dal sisma, cioè a tutti quegli interventi che vanno messi in capo per dare un futuro alle comunità danneggiate dal terremoto. In particolare è l’asse 4 che prevede politiche per l’abbattimento della Co2 e solo per questo possono essere utilizzate le risorse. Le ciclovie non vengono realizzate a discapito della ricostruzione, che finanzia il rispristino delle scuole, degli edifici pubblici e privati, della viabilità, (cinque lotti con centinaia di milioni per gli interventi dell’Anas), le misure di emergenza per i cittadini, come i Cas (Contributi per l’autonoma sistemazione). I fondi europei sostengono diverse linee di sviluppo, una delle quali interessa il turismo che, nelle Marche, vede nella bicicletta uno degli assi strategici da valorizzare.
Riqualificano, ad esempio le strutture alberghiere, molte delle quali sono orientate verso l’accoglienza dei turisti che arrivano sulle due ruote. Riguardano anche la riqualificazione degli edifici pubblici sotto l’aspetto energetico e antisismico, coinvolgono le imprese dell’area sismica con gli investimenti di industria 4.0. Un ventaglio di opportunità economiche che vede i relativi bandi di finanziamento riscuotere l’attenzione e l’interessamento che meritano. Dieci milioni di questi 248 sono, per l’appunto, destinati alle ciclovie, intese non semplicemente come piste ciclabili cittadine, ma come una vera infrastruttura per la mobilità dolce che verrà rafforzata con l’intermodalità ferroviaria”.
Rispondere al terremoto, conclude Ceriscioli, “non è solo rispondere ai bisogni immediati, ai quali si sta rispondendo, non è rispondere solo alla ricostruzione, per la quale le risorse stanziate sono sufficienti, ma anche garantire opportunità di crescita e sviluppo. Chi non percepisce la correlazione tra ricostruzione e opportunità di sviluppo, chi guarda solo un lato del problema ricostruzione, non ha capito nulla del terremoto”.
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