A Urbino “Occhi di Testori. Giancarlo Vitali e la poesia”

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Occhi di TestoriURBINO – La poesia va in mostra a Urbino con una stagione di eventi culturali di folgorante trasversalità e osmosi con le altre arti. Appena chiusi i battenti della mostra dedicati ai carteggi poetici di Ungaretti e ai rapporti personali e artistici che Guglielmina Otter, fotografa di verità e disegnatrice di minuziosa ma non calligrafica introspezione, ebbe con molti grandi poeti italiani, è la volta del pittore di Bellano o ‘il bellanasco’, come lo definì con felice epiteto riferito all’antico, il suo scopritore e mentore Giovanni Testori, Giancarlo Vitali, classe 1929, una vita votata al genio della pittura.
E proprio dal rapporto di reciproca ammirazione e di profonda amicizia di questi due protagonisti del ‘900 prende abbrivio la mostra fortemente voluta da Vittorio Sgarbi che ad Urbino è Assessore e curata da Luca Cesari: ‘Occhi di Testori. Giancarlo Vitali e la poesia’, che, nelle tre sale della ‘Casa della Poesia’ di Urbino, ripercorrerà alcuni momenti paradigmatici del loro rapporto umano e professionale.
La critica è unanimemente concorde nel riconoscere ai ritratti che Vitali fece all’amico critico il massimo raggiungimento di realismo introspettivo. E così, proprio nella prima sala la mostra si apre con l’esposizione di 5 opere, fra tavole e tele, che restituiranno ai visitatori il volto intenso, sofferto e pensoso del grande intellettuale lombardo.
Si prosegue poi con uno fra i paradigmi dell’arte di Vitali, con uno dei suoi temi più identificanti: la carne scuoiata, sacrificata sull’altare della nostra atavica fame. Tema sentito fin dai tempi di Rembrandt e, negli ultimi decenni, ripreso con risultati arditi e sorprendenti da Bacon e da alcuni protagonisti della pittura europea e americana contemporanea.
La mostra espone uno dei Tori Squartati, dipinti da Vitali nel 1984, origine e ispirazione del Trittico del Toro, tre straziate e bellissime poesie dello stesso Testori che costituiscono un raro quanto prezioso documento artistico di riflessione sulla umana ferocia, accompagnate da un’incisione di Vitali, che, anni dopo ritorna sul tema con la cartella Souvetaurilia, anch’essa in mostra (prefazione Carlo Bertelli).
Nella terza e ultima stanza l’arte incisoria di Vitali entra in relazione con la poesia di Franco Loi e Giancarlo Consonni, con cui, negli anni ha realizzato importanti libri d’artista e cartelle d’incisioni a tema, commentati, o meglio dire disvelati, dai modi poetici di questi due protagonisti della poesia italiana contemporanea. L’inaugurazione si è tenuta lo scorso 28 aprile.