Come nasce l’idea
I lavori di Teodosio Campanelli, ormai definito “un alchimista dell’Arte”, attingono ispirazione dai grandi misteri della vita ed esplora la dimensione interna dell’uomo, l’origine delle cose, la ricerca della verità, il confronto con l’universo. Nel corso di oltre venti anni di attività Campanelli matura un percorso spirituale che trova il giusto anello di congiunzione tra l’Uomo e il Cosmo, spesso manifestato attraverso la verticalità degli oggetti, la riproduzione di muri simboleggianti la chiusura della società che, a sua volta, trova un varco nella luce delle stelle. Una metafora per indicare l’esistenza di una via d’uscita. Una via che bisogna saper cogliere e l’artista, in questo caso, compie un’introspezione personale, interagisce con l’opera stessa ed applica nelle tele lenti ottiche da laboratorio e fosfina per creare atmosfere arcane. Campanelli scopre, così, nuovi aspetti che prima non riusciva a cogliere, li percepisce, li esprime e li domina con tale maestria da sublimare l’intento di portare se stesso e noi a vedere “il mondo come non l’hai mai visto”. Sperimenta, ama trovare il senso di mistero e rivelazione nell’oggetto finito, tracciando così le linee di un percorso artistico in evoluzione. Sistemi riflessi, meccanismi stellari, spazi misteriosi ed abissali, qui, il Campanelli affonda le radici delle sue ricerche e qui fonde le esperienze della sua vita. Il tracciato, ricorrente sulle superfici gli ricorda il suo peregrinare sulla terra, piccola e fragile come la sua anima; uno sguardo attraverso le sue porte stellari gli preannunciano che il viaggio continua.
Monumento commemorativo dedicato ai quattro giovai ufficiali dell’Aeronautica Militare: Mariangela Valentini, Giuseppe Palminteri, Alessandro Dotto, Paolo Pietro Franzese. Poggio Anzù, 19 agosto 2014 L’idea del monumento al tragico incidente è stato pensato come un luogo alla memoria ed alla riflessione, in cui una figura umana, quasi un angelo ma più vicino ad un moderno Icaro, sta a rappresentare in una posa reclina su se stessa, un momento di profonda meditazione interiore. La figura indossa un paio di ali metalliche accartocciate a testimonianza del velivolo il quale ha obbedito ad un destino beffardo. Le quattro steli di diverse altezze simboleggiano le particolarità di ognuno dei quattro ragazzi, segnando prospetticamente delle linee di fuga che li protendono liberi verso le stelle, fino a raggiungere l’eden dei Campi Elisi. Secondo la mitologia Greca e Romana, il luogo nel quale dimoravano dopo la morte le anime di coloro che erano amati dagli Dei. Tra le simbologie nascoste dell’opera, omaggiando e ricalcando il pensiero esoterico di Leonardo Da Vinci, il primo a fare studi scientifici sul volo, Campanelli fa notare come la figura di chiara forma maschile, lascia intravedere se guardata da alcuni lati prospettici come essa abbia delle sembianze indistintamente femminili, questo voluto per onorare l’unica rappresentante donna di quel gruppo di piloti. Si fa notare inoltre, l’importanza dell’indice della mano destra il quale individua, con dito stanco, la porzione di cielo teatro del accaduto.
Realizzazione
Il monumento è composto di più parti che sono realizzate con materiali diversi ma tutti con stesse capacità di durezza e di resistenza al tempo, il quale conferisce loro un naturale invecchiamento, senza necessità di manutenzione. La figura umana a grandezza naturale è realizzata in bronzo con ali aggiunte in acciaio Corten. I quattro pali in acciaio Inox con base quadra di 30 x 30 cm. hanno misure diverse in altezza: 9,2 – 8,7 – 8,2 e 7,7 metri e riportano incisi al laser i nomi dei piloti, uno per ogni palo. Rivestimento della base della scultura con travertino. La base totale dell’opera è lunga circa 17 metri ed è su due piani che insieme formano un grande occhio che guarda fisso il cielo.
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