Sia Amore di Monica Baldini

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E poi quell’aria così tenera a Settembre, che ti scivola e ti sventola come un flusso di parole, come una carezza, come un abbraccio, ti sussurra che tutto intorno è a tuo favore.
Un tutto che forse si cela, che va cercato ma c’è.
La vita, la sua forza, la sua benefica vitalità che vuole abbracciarti.
Non parrebbe se guardiamo oltre confine, a quell’Europa che prova a darci una mano, che si unisce e crea compagine di commercio. Non parrebbe se ci fermassimo a vedere i venti che soffiano ma quale storia non è stata segnata da prove, dolori e sofferenze. Le prove, le crisi ci indirizzano a scegliere e discernere. Ci rendono coscienti di dove andare e cosa scegliere. Le crisi fanno parte del percorso per allenarci e smussarci come discepoli di una causa che si chiama amore.
E come le foglie che cadono danzando, giungendo a terra dall’alto dei rami dove verdi e lucenti hanno brillato a maggio, come la notte che chiude il giorno e mormora nel silenzio, irrigandoci di memorie e ricordi del presente già diventato passato, come le stelle che illuminano il buio e rasserenano di lucentezza pur nell’ombra, come i fiori che non perdono la loro bellezza e la rosa che ha profumato e ora cede i suoi petali e pone nuovi getti, così noi non possiamo smarrirci ma attingere alle fonti.
Le fonti che ci ripuliscono e ci allineano per ritrovare il sereno dopo tanta nebbia come scrisse Ungaretti.
“Si sta come \ d’autunno \ sugli alberi \ le foglie” citando ancora Ungaretti. In autunno, e nella vita, si muta, si cade, ci si rialza.
Non è triste l’autunno ma evocativo di un rinnovamento, di un mutamento.
L’uomo sempre cambia, medesimamente. Nell’intimo come nel corpo.
La sua vita non è statica ma in divenire. L’evoluzione avviene e ne stiamo assistendo ad una notevole nei modi di fare la spesa, la coda, di chiedere permesso in un negozio, di uscire abbinati all’accessorio più in voga odierno, di stare distanziati e guardarci con prudenza. Siamo già diversi e lo saremo ancora ma il perno sia sempre l’amore.
Lasciamoci modellare ma sempre e di più dall’amore.
Quell’amore per cui tanti hanno scritto, da Dante ai poeti di oggi.
Rondoni, nel suo libro, “L’amore non è giusto” ha scritto concludendo:
“Quando anche noi saremo passati, e avremo lasciato questa Terra che ci ha ospitato e messo alla prova, cosa resterà di noi se non i frutti grandi o piccoli del nostro amore o l’ombra fredda dei mancati frutti…E il segno della patria del nostro amore.”
E ancora, alcuni versi:
“Le stelle a miriadi saranno testimoni, e i venti
passati una volta accanto
sulla gioia profonda delle ossa
diranno: era fatto di allegria, amava,
oppure non diranno niente e poi niente
per sempre.

Possiamo soltanto amare,
il resto è il teatro amaro
dell’impotenza sotto il sole giaguaro”.

Che di noi allora possa restare, una impronta che non svanisca come nella sabbia ma sia impressa perché fatta di amore.
Monica Baldini