San Severino, sisma: torna agibile un’abitazione a Granali

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Sono 303 i cantieri chiusi dopo le scosse mentre il finanziamento delle pratiche private per la ricostruzione settempedana ha superato i 141 milioni di euro

SAN SEVERINO MARCHE – Ritorno alla normalità, a cinque anni dalle scosse di terremoto del 2016, per un’altra famiglia settempedana che potrà rientrare nella propria abitazione lesionata dal sisma dopo i lavori di riparazione del danno e miglioramento della struttura finanziati, con un contributo pubblico di 370mila circa, dall’Ufficio speciale per la ricostruzione della Regione Marche.
Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, al termine dell’iter della ricostruzione ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva dichiarato l’immobile, un’abitazione singola nella frazione di Granali, non utilizzabile.
Sono 303 i cantieri chiusi dopo le scosse mentre il finanziamento delle pratiche private per la ricostruzione settempedana ha superato i 141 milioni di euro. La somma andrà per il recupero di 433 edifici, di cui 258 interessati da interventi di ricostruzione leggera (per un importo di 37.761.106,30 euro), altri 83 da ricostruzione pesante (per un importo di 64.614.113,36 euro), 90 dall’Ordinanza 100 emanata dal Commissario Straordinario alla Ricostruzione, avvocato Giovanni Legnini, (per un importo di 35.304.214,37 euro) e ulteriori 2 edifici che saranno interessati dall’Ordinanza 13/2017 (per un importo di 232.101,37 euro).
In totale sono 785 le istruttorie presentate all’ufficio Sisma. Di queste, 381 fanno riferimento alla ricostruzione leggera di edifici classificati come B e C con scheda Aedes. Altre 216 sono relative, invece, alla ricostruzione pesante di edifici classificati come E con scheda Aedes.
Ulteriori 175 pratiche sono quelle relative alla medesima Ordinanza 100, del Commissario Straordinario Sisma, emanata per facilitare proprio la ricostruzione di immobili danneggiati dalle scosse di cinque anni fa, mentre, con riferimento alla ricostruzione delle attività produttive, sono 13 le pratiche presentate. Sono 12 le pratiche rigettate.
Ulteriori 54 richieste hanno interessato, infine, la delocalizzazione sempre delle attività produttive per le quali sono previsti contributi per oltre 700mila euro.