San Severino, sisma: presentazione domande di contributo per danni lievi

35

Il sindaco Rosa Piermattei esorta i cittadini e i tecnici a presentare le domande entro il 30 novembre

SAN SEVERINO MARCHE – Il 30 novembre 2020, come stabilito dalla legge 120/2020, scadrà il termine, questa volta perentorio, per presentare le domande di contributo per gli interventi di immediata esecuzione sugli edifici con danni lievi che non abbiano altri vincoli alla presentazione dei progetti, ad esempio che non siano state autorizzate al miglioramento sismico con il passaggio a una classe di danno superiore, o che non siano parte di aggregati che comprendono unità immobiliari con danni gravi.
Lo rende noto il  sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei  che invita cittadini e tecnici a rispettare la data del 30 novembre.
“Non dobbiamo vanificare l’importante accelerata che ha dato alla ricostruzione post sisma l’attuale Commissario straordinario del Governo per la Ricostruzione sisma 2016, avvocato professor Giovanni Legnini, di concerto con la Cabina di Coordinamento. Ricordo, a proposito, che l’articolo 5 dell’Ordinanza 108 prevede una procedura semplificata per presentare le domande. All’istanza, da inoltrare sulla piattaforma informatica Mude, i progettisti potranno limitarsi ad allegare la documentazione per la corretta identificazione del proprietario, dell’edificio, del professionista incaricato, la scheda di valutazione del danno nonché dal progetto architettonico descrittivo dell’intervento di riparazione e ripristino dell’edificio, con obbligo di integrazione della pratica con il progetto ed il resto della documentazione necessaria entro il 31 gennaio 2021. In tal modo i cittadini e i tecnici avrebbero più tempo anche per valutare l’utilizzo del nuovo superbonus edilizio in aggiunta al contributo pubblico, anche allo scopo di evitare accolli di spesa”.
La mancata presentazione della domanda di riparazione dei danni lievi, anche semplificata, entro il 30 novembre, avrà infatti conseguenze rilevanti sui proprietari degli immobili: perderebbero il contributo per la ricostruzione e, se ne godono, anche i requisiti per mantenere il Contributo di autonoma sistemazione o il beneficio dell’alloggio presso le Sae, le soluzioni abitative di emergenza. Resterebbe, inoltre, l’Ordinanza sindacale di inagibilità dell’abitazione: per ottenerne la revoca i proprietari sarebbero costretti ad effettuare e certificare i lavori di riparazione a loro spese.