San Severino, “10 febbraio. Dalle foibe all’esodo” di Roberto Menia: la presentazione

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L’evento si terrà al Teatro Italia domani

SAN SEVERINO MARCHE – “10 febbraio. Dalle foibe all’esodo” è il titolo del volume di Roberto Menia, Senatore della Repubblica, scrittore e padre della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, che verrà presentato sabato prossimo (13 maggio), alle ore 17,30, al teatro Italia.
L’iniziativa è promossa dalla Città di San Severino Marche e dall’Unione degli Istriani. Dopo i saluti istituzionali prenderanno la parola la senatrice Elena Leonardi, segretario della decima Commissione permanente affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, il dottor Emanuele Piloni, coordinatore per le Marche dell’Unione degli istriani e l’autore del saggio. Nel corso dell’incontro saranno letti alcuni passi del libro dall’attore e doppiatore Luca Violini.
Le storie e le figure che “10 febbraio. Dalle foibe all’esodo” raccoglie scavano nella memoria. Alcune di queste storie e queste figure sono conosciute, altre sono state nascoste per anni ai più e proprio grazie a queste pagine riemergono dai cassetti dei ricordi di uomini e donne che sono ormai gli ultimi testimoni dell’italianità dell’Adriatico orientale. Si tratta comunque di storie che non si possono e non si debbono perdere, ma tramandare e affidare alla coscienza nazionale come insegnamento e monito. Sono storie di eroismo e di sofferenza, di morte e di vita, di stoicismo e di santità: un inno di italianità e di libertà.
Figlio di una esule istriana, il senatore Menia riporta all’attualità un esodo biblico che interessò qualcosa come 350mila persone.

“Esuli che si sparsero in 117 campi profughi in Italia: da Trieste a Termini Imerese, da Altamura a Laterina. E finirono poi magari nelle lontane Americhe o nella ancor più lontana Australia. Tocca ai loro figli, e io sono uno di questi – ha più volte sottolineato l’autore del volume – conservare quel che loro è stato donato per ridare agli italiani, tutti gli italiani, la memoria di quella tragedia incompresa e per ricucire i fili strappati della storia”.