San Severino, il 17 aprile va in scena “Fiori d’acciaio” di Robert Harling

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Al Teatro Feronia domani il nuovo appuntamento della stagione di prosa dei Teatri di Sanseverino

SAN SEVERINO MARCHE – E’ un cast tutto al femminile quello che domani, lunedì 17 aprile 2023, alle ore 20,45, salirà sul palco del teatro comunale Feronia per presentare lo spettacolo “Fiori d’acciaio” di Robert Harling, per la regia di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado.
Protagoniste del nuovo appuntamento della stagione di prosa dei Teatri di Sanseverino, saranno Tosca D’Aquino, Martina Colombari, Martina Difonte, Gioia Spaziani, Stefania Micheli e Rossella Pugliese.
“Fiori d’acciaio, nella sua versione cinematografica, è uno dei romanzi di formazione che hanno accompagnato la mia prima giovinezza, insieme a Piccole donne, Harry ti presento Sally e Colazione da Tiffany – spiega la regista, Michela Andreozzi Sono storie di donne, grandi figure femminili che crescono, sbagliano, si confrontano, amano, odiano, combattono e qualche volta muoiono. Più della letteratura, o forse in modo più efficace, il cinema mi ha insegnato gli infiniti modi di affrontare la vita: Fiori d’acciaio, che vidi in sala poco più che adolescente, è stato il film che più di ogni altro mi ha spiegato cosa significhi essere donne e, nonostante ciò, fare fronte comune, ovvero la famosa, leggendaria, solidarietà femminile. Che poi, tradotto in azione, significa conservare la propria identità, ritagliarsi un ruolo nel mondo, costruirsi uno spazio, intessere delle relazioni o alimentare dei conflitti e, malgrado tutto, essere capaci di unirsi. Obbiettivo non sempre facile”.
Nella sua versione di “Fiori d’acciaio” Andreozzi costruisce, con un cast così ricco e variegato, una banda di soliste, in grado di suonare insieme ma di battere in volata quando serve.
“Solo da adulta – confessa la Andreozzi – ho scoperto che il film era tratto da una pièce teatrale, ancora attualissima, sotto un superficiale strato di polvere fisiologico, e perfettamente rappresentativa di un microcosmo, quello del negozio di provincia, che è specchio di macrocosmi le cui dinamiche, perfino oggi, fanno fatica a cambiare. Per questo motivo abbiamo deciso di lasciare l’ambientazione di fine anni ’80, perché ci permette di osservare un tempo appena trascorso e ci racconta che siamo già nel futuro. E forse anche perché l’immagine e lo stile di quel periodo, negli abiti, negli arredamenti, ma soprattutto nella musica, sono ormai identificativi di un momento storico diventato ormai glamour. Oltre al fatto che certe modalità, oggi, sarebbero condizionate dalla tecnologia. Tutto questo mi ha fatto approcciare al testo e al progetto con entusiasmo”.