San Benedetto, prorogata al 25 Gennaio 2023 la mostra “I Disastri della guerra”

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Domani si aprirà, con l’inaugurazione di un “nuovo evento nell’evento”, un dialogo tra l’opera di Goya e la serie “Kingdom of Heaven” dell’artista contemporaneo Mario Vespasiani

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto e il Museo Universitario di Chieti-Pescara, stante la grande risposta del pubblico alla mostra de “I Disastri della guerra” di Goya, allestita presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto, hanno deciso di prorogare il termine dell’esposizione (inizialmente previsto per il 15 Gennaio 2023) al 25 Gennaio 2023, dando la possibilità, a coloro che non avessero avuto ancora modo di farlo, di ammirare le incisioni dell’artista spagnolo.

Endeca Agitatore Culturale, associazione organizzatrice e promotrice dell’evento, per l’occasione, Domenica 15 Gennaio, alle ore 17:00, aprirà, con l’inaugurazione di un “nuovo evento nell’evento”, un dialogo tra l’opera di Goya e la serie “Kingdom of Heaven” dell’artista contemporaneo Mario Vespasiani.

Dialogo che accompagnerà i visitatori della mostra per tutti questi ultimi, ulteriori, dieci giorni di esposizione.

Questa nuova iniziativa, pensata ed ideata dalla curatrice Rosalba Rossi, dall’arch. Franco Mercuri e da Mario Vespasiani, prende il nome di “DIS*ASTRI – La condizione umana dai suoi abissi alla gloria”, instaura appunto un dialogo tra i disastri di Goya e gli astri salvifici di Vespasiani ed è così illustrata dalla stessa Rosalba Rossi:

“Molta luce viene dal buio, molto genio dalla follia. Luce di talento e non omologazione. Entrate, ma non cercate un percorso, l’unica via è lo smarrimento: questa la condizione ideale per ascoltare l’intimo rapporto tra Sogno e Visione, in un sorprendente dialogo oltre il tempo e lo spazio.

Ho sempre veduto l’arte che corre su un filo infinito, nella relazione tra passato e presente, senza interruzioni, ma in un confronto continuo e questa che presentiamo oggi è un faccia a faccia tra le opere di Goya e l’artista contemporaneo Mario Vespasiani, un dialogo fuori dal tempo, ricco di rimandi e sfumature nello spazio del sentire.

Questa vuole essere la chiave di DIS*ASTRI, la condizione umana dai suoi abissi alla gloria, ossia la capacità di mettere in relazione, attraverso processi di antitesi, sottrazione, privazione, come si concretizza nel prefisso DIS, o in linguaggi opposti per colori e tecniche, l’anelito ancestrale e la tensione dell’Uomo al Valore della Vita, alle sue estensioni, implicazioni creative e responsabilità, che lo alimentano e lo trasformano.

L’ultima recente produzione del Mario Vespasiani è una connessione dalla potente energia evocativa e visionaria, il logos ha attraversato i secoli ed i due messaggi hanno iniziato a dialogare. Dall’analisi spietata della condizione umana, la deflagrazione della stella, ha dato vita ad un messaggio di Forza interiore, spiritualità, connessione, ricerca e cammino per i valori Universali dell’uomo.

Nell’ottica del pensiero della mostra intesa come “essere vivente” che vive, respira ed evolve anch’essa dalle energie, dalle vibrazioni, da pensieri ed imput ricevuti dai visitatori, la stessa mostra chiama a sé le tre opere Kingdom of Heaven di Mario Vespasiani, luminose ed illuminate, nel suo senso più profondo.

Mario Vespasiani è uno sperimentatore incessante e le opere scelte, pur ai confini con l’astratto, ci rivelano con segni inequivocabili, la profondità del vivere, il senso del sacro che ci circonda ovunque e sempre, un Dio delle e nelle piccole cose, riflesse dalle grandi.

L’Arte è uno spazio nel quale si possono condurre produzioni di realtà, dibattiti reali, prospettive e cambiamenti, è un’azione creativa!

Pensare in modo creativo significa che l’artista è un attore sociale non relegato ai margini, ma portavoce, agitatore, della cultura che è l’infrastruttura più importante, non la mera superficie della società.

Arte e Cultura sono compimenti essenziali per il corretto funzionamento di una comunità, sono comunicazione, interazione, partecipazione ed ogni organizzazione che non promuova questo è destinata al fallimento.

Questo non vuole essere quindi un intervento estetico, ma un modo di comunicazione diretta, riflessione, tra cittadini, ambiente ed autorità per entrare in un processo di trasformazione, che prima di tutto significa ritrovamento del senso di appartenenza.

Goya e Vespasiani non si sono mai incontrati, eppure nell’ascolto delle loro opere, è come se lo avessero fatto innumerevoli volte, più vicini di quanto si possa immaginare, perché abitati dalla stessa travolgente passione per l’essere umano e la sua avventura.

Sono esploratori di Vita, nel Dono della prospettiva mancante, facendoci vedere ciò che abbiamo sotto gli occhi e non vediamo più; nel misterioso labirinto della vita sanno cogliere sempre l’essenza.

Opere che viaggiano oltre i punti cardinali, oltre i limiti del comprensibile e visibile.

Ciò che abbiamo di fronte ai nostri occhi è prezioso perché porta in luce un incontro mai avvenuto, un dialogo mai iniziato, ma mille volte risonante.

L’ Arte crea ponti ed imprevedibili connessioni e questo che si è costruito non contempla la parola fine. Continua qui e altrove poiché il dialogo è incessante, imprescindibile, imprevedibile. Ci chiama, ci interroga, ci pungola e ci esorta.

Un pensiero che cammina, che non può essere imbrigliato, che su questa scia ci indica la strada, il cui valore è nel segno della più alta tra le conquiste sociali: la Libertà.”