Il 17 agosto in scena all’Arena Beniamino Gigli
E’ dal 2005 che Marco Goldin porta con successo sul palcoscenico racconti/spettacolo realizzati per introdurre, in modo fortemente legato all’emozione, le sue grandi mostre, sempre ai vertici delle classifiche tra quelle più frequentate in Italia e nel mondo, e che negli ultimi vent’anni hanno attirato oltre undici milioni di visitatori. Ultimo caso quella dedicata a Van Gogh, chiusasi da poco nella splendida cornice della Basilica Palladiana di Vicenza e che ha sfiorato il mezzo milione di ingressi. Unanimemente riconosciuto come il maggior esperto di impressionismo in Italia, Goldin si è sempre contraddistinto per il suo modo di raccontare l’arte fatto di poesia, emozione e conoscenza, con il gusto per una parola sempre molto coinvolgente e mai banale, e pur sempre di estrema comprensibilità.
Per la prima volta, con questo racconto/spettacolo dedicato a La grande storia dell’impressionismo, in programmazione nei teatri a partire dal mese di novembre 2018, ha creato un racconto svincolato dall’introduzione a una mostra, e invece pensato in modo specifico per il palcoscenico. Con l’importante collaborazione di Remo Anzovino, uno dei principali esponenti della scena musicale contemporanea, e con l’ulteriore, preziosa collaborazione di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii, due tra i principali video maker italiani.
Il racconto teatrale si svilupperà in cinque momenti e consentirà allo spettatore, in 100 minuti di spettacolo, di essere poeticamente portato per mano nella Francia degli ultimi decenni dell’Ottocento, per conoscere quello che è stato il movimento pittorico che più di ogni altro ha trasmesso al pubblico di tutto il mondo il suo fascino profumato e colorato. Facendo ricorso al suo raccontare sempre fluido ed empatico, con le parole che generano continue immagini, Goldin accompagnerà tutti dapprincipio nella foresta di Fontainebleau, a sud di Parigi, dove i giovani impressionisti, da Monet a Pissarro, da Renoir a Sisley, si incontravano a metà degli anni sessanta per dipingere nei boschi.
L’amore nei confronti del paesaggio farà da contrappunto a tutto lo spettacolo, anche quando, e sarà il secondo momento del racconto, si entrerà nel decennio successivo, quello canonico dell’impressionismo e quando prenderanno il via, da quella memorabile del 1874 nello studio di Nadar, le esposizioni impressioniste, otto in tutto fino al 1886. Per cui, tra storia e aneddoti, questo secondo momento vedrà l’ingresso sulla scena parigina della pittura anche di Cézanne, Degas e Gauguin o di figure femminili come Berthe Morisot o l’americana Mary Cassatt.
La meraviglia del fiume, i disgeli lungo la Senna, le alte scogliere di Normandia, le sue spiagge e il mare, daranno la possibilità a Goldin, nel terzo tempo del suo racconto, di parlare della crisi dell’impressionismo e della fine del dogma della pittura di plein-air in Monet. Prima dei due momenti conclusivi, che saranno riservati a due straordinari artisti che hanno portato fino alle estreme conseguenze la crisi dell’impressionismo, Vincent van Gogh e Paul Gauguin. Del primo, tra campi di grano e cieli stellati, lo spettacolo punterà sui poco più che due anni tra la Provenza e le settimane finali a Auvers-sur-Oise, in un palpito di struggente emozione e anima. Fino a giungere alla seducente immagine conclusiva, quando si vedrà Gauguin, proveniente dalla Bretagna, imbarcarsi il primo aprile del 1891, da Marsiglia sulla nave Océanien, in direzione Papeete e quindi Tahiti. E sui quadri tahitiani di Gauguin si chiuderà lo spettacolo.
LA GRANDE STORIA DELL’IMPRESSIONISMO
L’incanto della pittura da Monet a Van Gogh
Musiche composte ed eseguite al pianoforte da Remo Anzovino
Scenografia video di Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii
Produzione di International Music and Arts e Linea d’ombra
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