Giovedì prossimo nella sala convegni di Confindustria Marche Nord
Storia dell’Adriatico
Un mare e la sua civiltà
(il Mulino 2019, pp. 434)
Un libro sorprendente, che muovendo dai secoli più remoti fino ai giorni nostri discute delle città, delle civiltà e dei popoli che nel tempo si sono presentati sulle rive di quel piccolo grande mare che è l’Adriatico. Sul quale sono transitate storie straordinarie: quelle preromane e greche, l’affacciarsi di Roma, la lunga durata di Costantinopoli e quel suo stupefacente prolungamento che è Venezia. Ma anche gli Ottomani, la Croazia, la Serbia, l’Austria asburgica, le città dell’Epiro, delle Puglie, dell’Istria: Trani, Pola, Ravenna, Ancona e Ragusa. L’Adriatico è una collana di città, un susseguirsi di banchine, piazze e cattedrali. L’autore individua tanti aspetti distintivi ma anche unificanti, dal bianco della pietra d’Istria alla koiné del veneto da mar.
Qualcosa si spezza a metà del XIX secolo, quando il nation builing dei vari popoli affacciati su quel mare entra in collisione. A un certo punto l’Adriatico diventa il mito nazionale italiano, la “questione adriatica” si apre nel 1915 e si conclude con il trattato di Osimo nel 1975. In mezzo ci sono due guerre e le tragedie, che conosciamo. Oggi, forse, nel segno dell’Unione Europea l’Adriatico torna ad essere qualcosa di condiviso, una comunità di popolazioni.
Egidio Ivetic è docente di Storia moderna e di Storia del Mediterraneo all’Università di Padova. Viaggia ogni anno nei Balcani e nel Mediterraneo, un mare che nel 1984-85 ha navigato fino al Mar Nero come marinaio di leva. Ha collaborato a progetti di ricerca internazionale che hanno segnato gli studi storici dell’area post jugoslava e collabora con università e accademie dell’Europa sud-orientale. Tra le sue opere: Oltremare. L’Istria nell’ultimo dominio veneto (2000): Le guerre balcaniche (2007, nuove ed. 2016); Jugoslavia sognata. Lo jugoslavismo delle origini (2012); Un confine nel Mediterraneo. L’Adriatico orientale tra Italia e Slavia (2014); I Balcani dopo i Balcani (2015).
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti
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