Pesaro, celebrata la Giornata della Memoria

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Il  Consiglio comunale riunito nel salone Metaurense per non dimenticare le persecuzioni degli ebrei nei campi di concentramento.Gli interventi del presidente del Consiglio Perugini e l’assessore  Ceccarelli

PESARO – Per non dimenticare, ma ricordare le persecuzioni degli ebrei nei campi di concentramento. In occasione della Giornata della Memoria, oggi 27 gennaio 2020 la XIX edizione della ricorrenza, si è svolto nel salone Metaurense (Prefettura di Pesaro e Urbino) uno speciale Consiglio Comunale.

“Ringrazio le consigliere e i consiglieri presenti, ma soprattutto ringrazio le studentesse e gli studenti delle scuole Secondarie di secondo grado di Pesaro e del Conservatorio musicale Rossini che ormai da anni sono protagonisti di questa giornata e di un lavoro quotidiano che si tramanda da tempo – così il presidente del Consiglio Marco Perugini, ricordando il passaggio di testimone tra i ragazzi che hanno condotto i lavori lo scorso anno e quelli che lo porteranno avanti quest’anno -. Grazie alle docenti e ai docenti, alla professoressa Marcella Tinazzi, Dirigente del nostro ufficio scolastico provinciale e all’assessore alla Crescita alle Pari Opportunità Giuliana Ceccarelli. Una regia unica di un’attività costante, quotidiana, diffusa e necessaria che viene svolta nelle scuole.

Negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescente spirale dei fenomeni di odio, intolleranza, razzismo, antisemitismo e neofascismo, che pervadono la scena pubblica accompagnati da atti e manifestazioni esplicite di odio e persecuzione contro singoli e intere comunità, sia da una capillare diffusione attraverso vari mezzi di comunicazione e in particolare sul web. Parole, atti, gesti e comportamenti offensivi e di disprezzo di persone o gruppi, assumono la forma di un incitamento all’odio, in particolare verso le minoranze; essi, anche se non sempre sono perseguibili sul piano penale, comunque costituiscono un pericolo per la democrazia e la convivenza civile. Si pensi solo alla diffusione tra i giovani e non solo, di certi linguaggi e comportamenti riassumibili nella formula del “cyberbullismo”, ma anche ad altre forme violente di isolamento ed emarginazione di bambini o ragazzi da parte di loro coetanei. Queste sono forme di incitamento o di giustificazione dell’odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo. Il termine incitamento può comprendere vari tipi di condotte: quelle dirette a commettere atti di violenza, ma anche quelle volte all’elogio di atti del passato come la “Shoah”; incitamento è anche sostegno di azioni quali l’espulsione di un determinato gruppo di persone dal Paese o la distribuzione di materiale offensivo contro determinati gruppi.

Chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale, e chi incita a commettere atti di discriminazione o di violenza, è incriminato a titolo di pericolo presunto quando il pregiudizio razziale, etnico, nazionale o religioso si trasforma da pensiero intimo del singolo a pensiero da diffondere in qualunque modo, con argomenti, quali la superiorità della propria razza, etnia, nazione o gruppo, ma anche compiendo o incitando a compiere atti di discriminazione. Il fenomeno denunciato è purtroppo in crescita in tutte le società più avanzate, la comunità internazionale da anni sta cercando delle strategie di contenimento e di contrasto. Ognuno di noi deve continuare a fare la propria parte a difesa della nostra democrazia, della nostra dignità e della nostra umanità”.

Poi conclude: “Il consiglio comunale che presiedo è qui per testimoniare l’impegno quotidiano e costante, per ricordare e affermare l’uguaglianza di tutti gli uomini e di tutte le donne. Mi piacerebbe che le nostre città continuino a mostrare segni distintivi di questo lavoro: come le pietre d’inciampo”, già realizzate a suo tempo dal liceo artistico Mengaroni in piazza del Popolo, dove questa mattina sono state depositate un mazzo di 9 rose bianche, per non dimenticare.

“Insieme ai ragazzi siamo partiti dall’analisi dei significati delle parole – sottolinea l’assessore alla Crescita Giuliana Ceccarelli –. L’enciclopedia Treccani ci dice che Shoah vuol dire tempesta devastante, sensazione che si prova quando si visitano i campi di concentramento. La conoscenza diretta di una tragedia perpetrata in un passato così recente, ci indica le scelte valoriali che dobbiamo operare nella pagina del nostro presente e futuro. È vero, come dice Primo Levi, che Auschwitz è fuori di noi ma anche intorno a noi. In questi anni, con il tavolo di lavoro che si è costituito insieme agli otto Istituti superiori pesaresi, abbiamo sentito il dovere di proiettarci verso il desiderio di giustizia e legalità. Con un richiamo verso tutti ad operare con parole ed azioni di speranza, che contrastano con quella di crudeltà che ci narrano i sopravvissuti e che ci riportano immagini e libri di storia. È maturata negli studenti la consapevolezza che non è più possibile stare fermi e tacere di fronte ad uno degli eventi più tragici della nostra storia recente.

Il mondo della scuola vuole fare qualcosa: dare un messaggio educativo impegnarsi perché quelle nefandezze non si ripetano. Nei ragazzi è stato forte il senso di dovere morale storico, soprattutto dopo le testimonianze che li ha esortati a non rimanere indifferenti. Facendo proprie le parole che hanno ascoltato da Liliana Segre, nostra concittadina deportata ad Auschwitz all’età di 13 anni, e oggi a quasi 90 anni è sotto scorta perchè colpevole di testimoniare una verità purtroppo minata ancora da negazionismi e revisionisti. Così ragazzi e ragazze hanno deciso di fare quel passo avanti, mettendo in pratica le esortazioni verso le nuove responsabilità civili e storiche. Dall’anno scorso, in particolare, si è lavorato contro le parole dell’odio affinchè il linguaggio ostile che contraddistingue alcune relazioni non trovino terreno fertile. Ecco quindi quel passo avanti che gli studenti, e noi con loro, abbiamo compiuto”.

Alla celebrazione presenti anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, il Prefetto Vittorio Lapolla, e la Dirigente scolastica provinciale Marcella Tinazzi, insieme agli studenti a docenti delle otto scuole superiori pesaresi (Benelli, Nuova Scuola, Bramante-Genga, Cecchi, Mamiani, Marconi, Mengaroni, S.Marta) e a quelli dell’Conservatorio Rossini.

Durante l’evento sono state consegnate delle medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti: i riconoscimenti sono andati a Gino Francolini, Umberto Giangolini, Giustiniano Marrollo, Arduino Tiberi.