“Dal 14 dicembre 2017 non ci sono più macerie pubbliche in strada – ha sottolineato Ceriscioli – e sono state rimosse e trattate 360mila tonnellate, ma la cosa più importante è che 310mila tonnellate sono state già riutilizzate. Durante i sopralluoghi in aree dove le macerie sono state completamente rimosse ci sono ancora strutture lesionate che non vanno scambiate con macerie non rimosse, perché alcune hanno il vincolo della sovraintendenza e non possono essere demolite. Per altre i proprietari vogliono riutilizzare la struttura esistente per la ricostruzione riutilizzando gli stessi materiali, pertanto questi non verranno demoliti o rimossi”.
“Sette comuni marchigiani – ha proseguito il presidente – hanno completato la rimozione delle macerie e in 8 comuni sono oltre il 75% le attività di rimozione. Facendo un paragone con l’Aquila, che assomiglia come orografia al nostro territorio in due anni erano state rimosse 103mila tonnellate, mentre nelle Marche tre volte e mezzo in un anno e sei mesi. Questa è la testimonianza di un dato importante, ma occorre fare aggiornamenti periodici andando sul posto, incontrando gli amministratori e migliorando, dove necessita, i siti di raccolta macerie. E stato più che appurato che nelle macerie non c’è presenza di amianto perché viene trattato nella primissima fase e non coinvolto nei passaggi successivi.
Chi ha dato l’allarme lo ha fatto in maniera totalmente infondata. La stima della macerie totali scende da un milione 150 mila tonnellate ad un milione. Restano quindi 640mila tonnellate di macerie potenziali. Da dicembre, dopo che sono state rimosse tutte le macerie in strada, vengono trattate solo quelle provenienti da demolizioni, dettate dalle ordinanze dei sindaci. Ad oggi la capacità di trattamento degli impianti è più che adeguata a sostenere questo processo. Ringrazio tutti quelli che lavorano in questa importante operazione in particolare modo l’esercito che opera fianco a fianco con le squadre di Piceno ambiente e Cosmari”.
Il sindaco Petrucci nel ringraziare il sopralluogo effettuato dal presidente della Regione Marche ha ricordato che il terremoto avvenuto ad Arquata è stato devastante per la sua entità e da questa si possono comprendere anche la complessità delle operazioni da realizzare.
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