Marche nel cuore di Monica Baldini

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TERRITORIO MARCHIGIANO

Quando la nebbia saluta il giorno e le colline si perdono dietro la coltre bianca, una sensazione di fantasioso smarrimento prende spazio nel tempo che incalza. Le macchine che avanzano si riconoscono appena vicine nei punti di luci bianche che spiccano e quando scompaiono avanti nei fari retrovisori rossi. Sono punti, piccoli che palesano cose più grandi, sensi altri, contenuti diversi. Tutto è ovattato proprio avvolto da cotone, un batuffolo che estrania, distacca, dissolve le distanze, i profili, i ritagli di cielo e di mare a valle, le curve che la strada disegna, le sagome degli alberi e dei tetti. Le prime ore e nel pomeriggio lo stesso, all’imbrunire salendo al Santuario quando in lontananza sceso l’addensamento, si riversa foschia che lascia emergere colori e sagome. Il campanile del Santuario del Beato Sante che svetta tra il bosco dona sacralità e poi dal lato opposto la torre civica illuminata per il Natale alle porte e le possenti mura a scarpata anch’esse belle luminose che tracciano i confini del borgo medievale, di Mombaroccio nell’entroterra marchigiano vivo e addobbato a festa.

Sono questi i posti del cuore che scalfiscono e sempre fanno eco di momenti e si rinnovano in ogni occasione.

Poi le Marche che s’esaltano nella Riviera del Conero, luogo per metà di casa di sangue fanese e anconetano proprio di quel tratto di costa che s’affaccia sul Conero. Le radici sono il cuore che batte, sono il polmone, sono tutto e di più. Sono l’immaginario che corre e approda a Loreto, a quel colle, all’altro colle vicino di casa del grande poeta di Recanati che si è “finto nel pensiero l’infinito osservando nella calma una siepe e quanto potesse nascondere alla vista”. La Santa Casa, la sua immensa forza e spiritualità, la magia che consegna ad ogni pellegrino, ad ogni sguardo che si pone su di Lei, ad ogni supplica, ad ogni gesto d’amore, ad ogni abbraccio.

Cara terra natale, cara terra sorgente e fonte di devozione, di ascolto, scena di vita, sei tu che ci accogli e permetti di raccontarci, di abitarti, di viverti nel pieno della tua bellezza e poiché sei viva, ci comunichi inaspettate verità di noi, essenze e talenti che c’appartengono, sei palcoscenico, voce e scrittoio. Per questo ti dico grazie.

Monica Baldini