Macerata, “Non a Voce Sola”: il 4 luglio il primo appuntamento

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Parte da Macerata l’11^ edizione dedicata alla Rinascita

MACERATA – “Non a Voce Sola”, rassegna di poesia, filosofia, narrativa, musica ed arti dedicata al dialogo fra i generi, arriva alla sua undicesima edizione. Anche stavolta sostenuta dalla Regione Marche, dall’Assessorato alla Cultura e dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, dalle Università di Macerata e Politecnica delle Marche e da un circuito di dieci Comuni delle cinque province marchigiane, ricomincia a raccontare il femminile nelle sue mille declinazioni e a impostare un vero e proprio dialogo fra i generi su temi di rilevanza comune.

Quest’anno il fil rouge scelto per raccontare l’oggi del mondo femminile è La Rinascita, parola quanto mai sentita e necessario accompagnamento di una fase esistenziale dell’essere umano nel periodo post-coronavirus. Ma cos’è questa rinascita? È, come suggerisce la poetessa Mariangela Gualtieri, un’inevitabile, necessaria reazione alla droga del fare, del consumare, alla narcosi dell’isolare tramite la tecnica, alla morte fisica per malattia e mentale per collasso psicologico di una società sfinita dall’essere fuori di sé. Forse per questo dopo c’è stato un salto/di specie dal pipistrello a noi./Qualcosa in noi ha voluto spalancare, recita la sua poesia, lo spalancare gli occhi dell’essere umano sul mondo, il rallentare tornando in sé, finalmente padrone del proprio vivere e capace di percepire con tutti i sensi il vivere e il respirare della terra.

Proprio in questa pensierosa atmosfera si colloca l’apertura di Non a Voce Sola, che, come da tradizione, si terrà a Macerata, sabato 4 luglio alle ore 18, nel cortile di Palazzo Buonaccorsi, seppur in versione web, non aperta al pubblico fisicamente ma virtualmente (solo per questo appuntamento) attraverso la diretta Facebook sulla pagine https://www.facebook.com/nonavocesola e https://www.facebook.com/groups/www.comune.macerata.it/?source_id=175581399139415 del gruppo facebook Macerata Estroversa, piattaforma culturale del Comune di Macerata, e sul canale Youtube https://www.youtube.com/channel/UCZ8U5e99qhdGQ3olIl64yGg, e vedrà emblematiche protagoniste le scrittrici Cristina De Stefano e Lucia Tancredi con un intervento dal titolo Il Bambino è maestro.

Oriana Salvucci, direttrice artistica della rassegna, ha cosí raccontato il fil rouge della rassegna e l‘emblematica scelta di Cristina De Stefano e Lucia Tancredi, con il loro dialogo su Maria Montessori e la sua idea di rinascita, per aprire il primo incontro di Non a Voce Sola: “Inizia da Macerata, come di consueto, il percorso di Non a Voce Sola. Vi sono delle abitudini che vanno conservate, perchè sono buone abitudini. Non a Voce Sola è una sorta di peregrinatio laica che si svolge, ogni anno, oramai da undici anni. E’ un miracolo l’essere riusciti a non annullare o rimandare la rassegna. Un miracolo che abbiamo voluto compiere tutti insieme per dare un segnale di rinascita, di rinnovamento, di mutazione nella ripetizione. Ed è la Rinascita il fil rouge del 2020, una sfida, una provocazione, un desiderio di speranza e di visione senza i quali non si può pensare al futuro. Ringrazio la vicesindaca Stefania Monteverde che con forza ed entusiasmo accoglie, ogni anno, l’apertura di Non a Voce Sola. Ringrazio Lucia Tancredi con la quale scegliamo ogni anno la rotta da seguire. E ringrazio la nostra ospite Cristina De Stefano che ci dà l’occasione di parlare di una donna forte e complessa come Maria Montessori, un genio che ha rivoluzionato la moderna pedagogia, una donna che ha sempre seguito un desiderio proprio per realizzare se stessa. Una donna “piena di cassetti” la definisce Cristina De Stefano, una pioniera, una visionaria, una donna che esorbita la misura e che è illuminata dall’interno da una forte energia interiore. Abbiamo voluto iniziare con lei, a ribadire la forza e la potenza delle donne che sanno, spesso, trasformare una perdita in un guadagno.

Cristina De Stefano, nata a Pavia nel 1967, è sempre stata a caccia di rinascita e del racconto di essa, in special modo per quanto riguarda il mondo femminile. Giornalista da tempi immemori per Elle e cacciatrice di talenti letterari a Parigi, ha sempre cercato di raccontare nei suoi saggi e nelle sue biografie la liberazione dalle catene societarie e la rinascita del femminile. Oramai canonici sono diventati i suoi libri su filosofe, scrittrici e spiriti liberi nella loro accezione più pura, come Belinda e il Mostro, dedicato alla filosofa Cristina Campo, Americane Avventurose, Oriana. Una donna, prima biografia magistralmente completa dedicata ad Oriana Fallaci,e poi Scandalose e, infine, Il bambino è maestro, altra incredibile biografia di Maria Montessori.
Proprio dalla sua esperienza sulla vita e la pedagogia di Maria Montessori, Cristina De Stefano intreccia un dialogo con la scrittrice e insegnante Lucia Tancredi, anche lei biografa, maceratese d’elezione, alla ricerca della rinascita e del riscatto del femminile (Io, Monica, Ildegarda-la potenza e la grazia, La vita privata di Giulia Schucht), sulla prima rinascita che l’essere umano vive, ovvero quella dell’educazione, che gli fa spalancare gli occhi sul mondo, gli insegna a osservare, percepire, causare e sopportare conseguenze delle sue azioni, senza mai sedarlo o isolarlo, senza mai fargli credere che lo schermo di un qualsiasi dispositivo possa separarlo anche dalle sue azioni e dalle sue responsabilità. La pedagogia montessoriana ha le sue radici nelle Marche, in una vita mai scontata tra studio della medicina, della pedagogia, amori infelici e l’incontro con bambini, tanti bambini, che le hanno fatto maturare idee di indipendenza e di educazione per la conquista di essa. Maria Montessori ha sempre scelto di essere sé stessa e di realizzare il proprio sogno, ovvero creare le basi per una società spalancata sul mondo, e ove ognuno, anche il bambino creduto più inadatto alla vita, potesse essere educato, e fatto rinascere alla consapevolezza del mondo e dell’indipendenza, fino a condurre un’esistenza non isolata dalla società ma integrata e fruttuosa con essa.

Stefania Monteverde, assessora alla Cultura del Comune di Macerata, ha così accolto la oramai tradizionale apertura della rassegna nella sua città: “ Ripartiamo con i libri e le scrittrici dai musei civici di Palazzo Buonaccorsi, ancora una volta luoghi di cultura che non sono eleganti scenari ma luoghi di incontro di idee e confronto plurale. Siamo felici di vedere insieme con ‘Non a Voce Sola’ scrittrici di grande valore come Cristina De Stefano e Lucia Tancredi raccontare la straordinaria novità del pensiero di una donna, Maria Montessori, che ha trasformato la cultura dei bambini e della relazione culturale tra adulti e bambini. Un incontro particolarmente significativo qui a Macerata che vede nelle scuole pubbliche dell’obbligo l’offerta gratuita e per tutti di ben 7 scuole montessoriane, dall’infanzia alle medie. E proprio a Maria Montessori verrà intitolata la piazza delle nuove scuole costruite nell’area dell’ex Saram”.

Lucia Tancredi, nota scrittrice, come ogni anno, inaugura la Rassegna Non a Voce Sola e coopera a tracciare la rotta da seguire, così illustra la sua idea di Rinascita: “Non era mai successo che l’umanità si fermasse per assistere ad una rarefazione della vita come solo la letteratura aveva saputo raccontare. Ora comincia la fase più delicata, ed è quella di trasformare il danno in dono, la disgrazia infettiva in una occasione di Rinascita. Per alcuni non sarà facile uscire dal guscio delle proprie case, superando la sindrome da capanna o del prigioniero, che porta a vedere il prossimo come separato e potenzialmente pericoloso. Per altri la vita vera, e non il surrogato di quella virtuale, potrà mostrare la delusione e la sconfitta di mostrarsi come quella di prima, non divenuta più avveduta ed accorta.
La Rinascita dovrà essere accompagnata dal ritorno ad una dimensione di comunità, con le dovute precauzioni, scandita anche da appuntamenti culturali nei quali confrontarsi, elaborare il trauma ed il lutto, accettare la complessità, praticare la gentilezza e quella che gli Antichi chiamavano urbanitas, vale a dire la dimensione sociale del saper stare uno in presenza dell’altro.”