‘La bellezza sarà maggiore’, una riflessione di Monica Baldini

110

FANO – Il mare che si agita in burrasca contro gli scogli, la salsedine che scuote i capelli, il sole che sembra punirti se per prenderne i raggi ti poni dirimpetto in lui e lo guardi. Le margherite a piccoli gruppi e poi i puntini gialli che di petali arricchiscono di colore. Le siepi che costeggiano i giardini interni, i pettirossi, le cornacchie, i merli, le gazze, i gabbiani che volteggiano come guardiani marinai la costa e i lidi.

Il rumore del silenzio invaso dai canti della natura, la voce delle onde che si intreccia a quella del vento. Vivo su un lembo del litorale adriatico marchigiano e la costa la vedo, in tempi sereni di memorie, fino al Conero e al San Bartolo.

Le Marche vantano ben 180 km di costa e 26 località che si affacciano sul Mar Adriatico, il porto marittimo di Ancona e 9 porti turistici con ben 11 bandiere blu che certificano la qualità delle acque e dei servizi. Ma di non solo mare e spiagge vive la nostra regione.

Si passa dalle coste sabbiose e più aspre coperte di sassi ai paesaggi collinari dove trionfano ancora campi coltivati a grano e ulivi se non anche dediti al pascolo come nelle campagne soleggiate nei pressi di Morro d’Alba, a vigneti rigogliosi ad esempio nei dintorni di Jesi che danno vita alla produzione del Verdicchio. Ampi vigneti si trovano anche nelle colline pesaresi come uliveti anche nelle campagne interne la mia città.

Nel ventaglio delle possibilità c’è inoltre la bellezza artistica: basti pensare al Palazzo Ducale di Urbino, a Raffaello, a Leopardi oppure al Santuario di Loreto che custodisce all’interno la Santa Casa e quest’anno festeggia il Giubileo Lauretano indetto dall’8 dicembre 2019 fino al 10 dicembre 2020.

E poi le Grotte di Frasassi e i numerosi Parchi Naturali come il Parco Regionale del Monte Conero, le varie stazioni termali come Sarnano, Petriano, Carignano ed altre.

Insomma, non tanto per dichiarare quanto siano eccelse le Marche che ad ogni modo sono state definite da Massimo D’Azeglio come “la regione più pittorica d’Italia” e che Giosuè Carducci elogiò come “così benedetta da Dio di bellezza, di varietà, d’ubertà…”, ma per dire quanto nella restrizione forzata e necessaria di restare a casa, lo sguardo alla finestra mi abbia spinto a ricordare la bellezza dei posti che scandivano le mie giornate, quelle visuali pianeggianti e poi ondulate che si tingevano di profumi e toni, quei santuari, quei luoghi che in piena libertà varcavo, insomma a ricordare e rinvigorire quei momenti e a sostenermi nel rivederli nella mente, nel cuore, nelle foto. Ma non c’è da abbattersi perché troveremo quanto abbiano lasciato fuori dalle case, dipinto di ancora più bellezza.

Una bellezza che ci verrà consegnata con un valore nuovo che gli attribuiremo data l’attesa e il desiderio verace di incontro. Se ricordate, Dostoevskij scrisse in un suo romanzo, la “bellezza salverà il mondo”. Possiamo già iniziare a fare esperienza di queste parole, verificare la loro veridicità scorgendo una bellezza di colori, emozioni, di mistero intorno il vivente e avvertire quanto bene questo possa restituirci alla vita.