Cari lettori qualcosa di nuovo in giro per il mondo: alluvione, alluvioni, morti, oltre ventimila gli sfollati, danni e ventiquattro città sommerse, fiumi che esondano e rompono gli argini, la Romagna e fin su l’Emilia chiama in soccorso il governo. La Protezione Civile che decreta e ordinanze dei sindaci sulle chiusure delle scuole. Auto completamente coperte dall’acqua e dal fango, le case anche ai primi piani. Immagini che non paiono realtà, che fanno male, che lasciano basiti, che lasciano sgomento e tristezza, dolore per la popolazione romagnola. Forza, uniti, ce la farete perché siete un popolo forte, volitivo, lavoratore, allegro, dinamico. Ce la farete!
Una primavera fioca, un maggio piovoso, piangente, dolorante, una fioritura che resta giacente sui cigli delle strade, i fiori di campo che fanno il loro lavoro, adornano e si fanno cogliere per ravvivare le scrivanie, gli umori. Una fioritura che non s’arresta ma neppure divampa.
Poi ci sono gli inviti del mese di maggio in cui tutto par rinascere. I cuori forse sono invece i luoghi oscuri o dove la luce tarda ad entrare, dove la pace poco regna ma solo la bramosia di potere? Sempre più m’accorgo di quanto sia verace feconda la lotta, quasi una selezione naturale nel mondo umano e quanto d’altro canto ci sia volenterosa la necessità di restare accorati, darsi, farsi del bene, diffondere profumi e note di dolcezza. Serpeggia e s’alimenta poi però latente c’è anche la bellezza che matura mostrerà il suo volto. Che dire, siate vigilanti e furbi. Siate miti come il Padre mio, amate gli altri, il solo comandamento è l’amore.
Mi sembra una epistola d’altri tempi ma ormai sapete che il mio essere giovane non coincide necessariamente proprio con l’aderenza alla gioventù odierna, non in tutto almeno.
Il mio dire sia un appello acceso, un messaggio nitido e diretto per porsi ferventi in connessione con i valori veri, sinceri, sentiti che non tramontano, albeggiano e s’alimentano di vita, quella vita da spendersi affinché ci sia una evoluzione, una crescita, una lettura.
Che s’innalzi una primavera che da acerba diventi rigogliosa nei cuori non in apparenza ma nella sostanza.
Con belle idee, cose, intenzioni, come la rosa che s’apre e spande il suo profumo così noi lanterne e raggi, fulcri e armonie che portino unione e sapore alla terra, al viaggio faticoso e allettante. Tele in movimento che tracciano linee, incorniciano la storia, vaporizzano momenti e fasi di risalita, rendono ricami alla bellezza persistente nonostante. Cuori sani, puliti, tesi alla carità e alla pace.
Bei propositi, Monica