Festa per Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024

79

Centinaia di pesaresi all’evento che ha celebrato il riconoscimento ottenuto dalla città.Ad aprire la serata l’esibizione di Diana, la bambina ucraina in fuga dalle bombe su Kharkiv ora studentessa al Conservatorio Rossini

PESARO – C’era chi ha collaborato al percorso di Candidatura, i membri del comitato di Pesaro2024 e i testimonial della candidatura, le realtà del mondo associativo, sportivo, culturale e tanti, tanti pesaresi. È stata una grande festa quella di Pesaro 2024 – Capitale Italiana della Cultura promossa dal Comune, dalle 18, nella piazzetta della Creatività (Corso XI Settembre) affollata da tanti pesaresi che hanno partecipato inorgogliti da un successo che inizia già a farsi concreto. E che Pesaro ha dedicato a Kharkiv, sorella con cui i legami si sono stretti da anni e che Pesaro conosce bene perché, come lei, è Città Creativa della Musica Unesco.

«La nostra gioia è strozzata da una guerra che mai avremmo pensato di dover rivedere nel cuore dell’Europa – ha detto il sindaco Matteo Ricci -. Non è un caso che abbiamo dedicato il riconoscimento a Kharkiv, una città molto più grande di Pesaro, come noi Città creativa della Musica Unesco. Non potevamo che dedicare questa vittoria a una città che, come noi, vive di cultura e di musica, ma che oggi sente solo il rumore delle bombe».

Per questo la cerimonia è iniziata sulle note suonate da Diana Dvalishvili, la bambina ucraina di 9 anni scappata con la famiglia dai bombardamenti russi sulla sua Kharkiv, dove c’era la sua scuola di pianoforte. Ora è studentessa del Conservatorio Rossini. Sogna «non ci siano più guerre, e di tornare in Ucraina». La sua esibizione è stato «Un momento molto atteso – ha detto il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini – che siamo davvero felici di poter regalare».

Un momento significativo, perché, «Solo con la cultura, c’è rinascita» ha detto Ricci parlando di «Una vittoria bella ma strozzata. Ci dimostra come cultura e musica siano necessari per rinascere. Abbiamo vinto grazie all’aver colto la sfida della natura, della tecnologia e dell’arte, della transizione ecologica, che abbiamo interpretato nel dossier “La natura della cultura”. E perché abbiamo dimostrato di essere una “città orchestra” che ci auguriamo possa suonare una grande melodia di rinascita, dopo il covid e dopo la guerra, per trasformarsi in un grande inno per la pace».

Dopo la vittoria è tempo però di mettersi al lavoro e sfruttare al meglio «una grande opportunità che può durare negli anni. Insieme dobbiamo correre e farlo più forte degli altri. Dobbiamo mettere a terra i tanti progetti e iniziative che abbiamo e avere la capacità di promuovere un brand – quello di Capitale italiana della Cultura 2024 – che vale centinaia di milioni di euro: se riusciremo a giocare bene questa sfida daremo grande competitività anche alle nostre aziende. Non è un caso che le associazioni di categoria, i sindacati e tante aziende siano qui oggi per festeggiare: hanno capito il valore economico del brand. Non è un caso che Fabiana Scavolini fosse con noi nell’audizione a rappresentare imprese del territorio».

Il sindaco ha ripercorso gli ultimi giorni, «Dopo l’audizione del 3 marzo ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che più di così non potevamo fare: abbiamo preso il “CR7” per le candidature a Capitale (Agostino Riiitano, ndr) e coinvolto i testimonial che amano Pesaro». Tra questi anche le tre persone che Ricci ha chiamato, per prime, subito dopo la proclamazione, «Valentino Rossi, diventato papà pochi giorni prima; Gianni Letta, che ha dato un’autorevolezza incredibile alla candidatura e alla città con la guida della Fondazione Rossini; Liliana Segre, che ci ha mandato un messaggio straordinario, una testimonianza di amore incredibile per la nostra città».

Bisogna continuare «questo racconto di amore per Pesaro. E i primi a doverlo fare devono essere i pesaresi. Ognuno di noi suoni il proprio strumento e firmi un pezzo di questa riscossa della città e della regione: sarà la riscossa di gente orgogliosamente di provincia ma mai provinciale. Solo così possiamo crescere e avere una città, e un territorio, nazionale».

E che avrà tutto il sostegno della Regione Marche, come ha garantito il presidente Francesco Acquaroli, che ha definito Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024, «Una “porta del futuro” in cui possiamo mostrare la capacità attrattiva e il valore culturale e artistico di Pesaro e del contesto marchigiano in cui si inserisce; un territorio che ha bisogno di sfide importanti come quella di accompagnare Pesaro in questa grande opportunità».

Sul palco allestito in corso XI Settembre, il vicesindaco Daniele Vimini, che ha seguito e guidato passo dopo passo, il percorso di candidatura, ha ringraziato «tutti coloro che hanno contribuito a questo splendido risultato che ha conquistato il parere unanime della commissione del Ministero. Ringrazio coloro che lavoreranno per far valere il progetto, in particolare tutti i sindaci della provincia che da mesi hanno iniziato a scrivere un programma che prenderà corpo a breve». Cosa aspettarsi? «Nel 2024 faremo un giro attraverso il territorio lungo 52 settimane indimenticabili. Sarà una grandissima promozione per la regione a partire da ora. Lavoreremo insieme ad Ascoli (tra le finaliste della Capitale, ndr), e terremo con noi il suo entusiasmo, sarà un partner importante del 2024, anche grazie all’aiuto della Regione. Per far sì che il 2024 sia davvero una grande festa delle Marche».

Sul palco anche Agostino Riitano, direttore artistico del progetto “Pesaro 2024”: «Abbiamo indagato “La natura della cultura” per immaginare con i suoi cittadini la città che non c’è; ponendo i legami tra arte, natura e tecnologia alle radici di un nuovo concetto di cultura diffusa, inclusiva, in dialogo con l’ambiente che l’umanità condivide con il resto del vivente. Da oggi inizia una pagina stupenda per questa città». Ad accompagnarlo, il gruppo di PanSpeech, il team di creativi che ha accompagnato la candidatura.

La festa è proseguita insieme a centinaia di pesaresi e ai tanti testimonial della candidatura, (tra cui Angela Scatinia, moglie di Massimo Dolcini e Mattea Fo, figlia di Dario e Franca Rame, la giovane scrittrice Giorgia Righi) nelle sale del Centro Arti Visive Pescheria e attorno al palco allestito nella piazzetta della Creatività, dove si alternati la voce di Clarissa Vichi, solista pop dell’Orchestra Sinfonica Rossini accompagnata dal Maestro Marco Di Meo, per un concerto acustico in stile pop/latin/swing e l’energia de I Bambini dell’Asilo, la cover band di Vasco.