Fano, 23enne uccisa a coltellate: fermato il marito

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La donna, fuggita dalla guerra in Ucraina, lavorava in un ristorante di Fano.Domenica non si era presentata al lavoro ed è stato lanciato l’allarme.Fermato alla stazione di Bologna, mentre verosimilmente  tentava di fuggire, e arrestato per omicidio il marito

FANO (PU) – A seguito della denuncia di scomparsa di A. A., classe 1999, sporta nella tarda mattinata di ieri 13 novembre u.s., da un suo amico presso la Stazione CC di Fano, è iniziata un’intensa attività di ricerca protrattasi fino alle prime ore del mattino di oggi.
La donna, profuga ucraina, era giunta a Fano nel mese di marzo, fuggita da Kiev a seguito degli eventi bellici, unitamente al marito di origini egiziane, classe 1980, ed al figlio della coppia di 2 anni.

Negli ultimi mesi, però, a causa dell’elevata conflittualità del rapporto, Anastasiia aveva manifestato la volontà di separarsi. La situazione è andata deteriorandosi sempre più, fino allo scorso 11 novembre, quando la giovane ragazza ha deciso di rivolgersi ai Carabinieri e denunciare le vessazioni a cui suo marito da tempo la sottoponeva. Tale stato di cose aveva anche indotto la donna ad abbandonare l’abitazione e a rifugiarsi presso l’abitazione di un suo amico e collega di lavoro.

Nella mattinata di ieri, Anastasiia aveva deciso di ritornare a casa sua per prelevare degli effetti personali: qui incontrava l’ex convivente con cui evidentemente si innescava l’ennesimo, acceso acceso diverbio. Da quel momento si perdevano le tracce della ragazza, al punto che il suo amico, preoccupato, decideva di rivolgersi ai Carabinieri e denunciare l’accaduto.
Immediatamente venivano avviate le attività di Polizia Giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Pesaro, che vedevano impegnati i militari del Nucleo Investigativo di Pesaro-Urbino e della Compagnia di Fano che consentivano di rintracciare il presunto responsabile delle condotte di maltrattamento presso la Stazione ferroviaria di Bologna – mentre verosimilmente tentava di allontanarsi dal territorio nazionale – e di sottoporlo a fermo di indiziato di delitto per il reato di maltrattamenti in famiglia, misura al vaglio dell’A.G. felsinea. In tale fase assai preziosa la collaborazione dei colleghi del Nucleo Investigativo e della Polfer di Bologna, questi ultimi coinvolti, su precisa indicazione dei militari, nel controllo dell’indagato e consegna agli operanti.
A seguito di tali eventi, l’indagato si determinava a fornire taluni elementi che consentivano il ritrovamento del cadavere in un’area rurale del comune di Fano e di una borsa con degli indumenti da donna e due armi bianche che potrebbero avere attinenza con l’evento.
Alla luce dei nuovi elementi raccolti la Procura della Repubblica di Pesaro emetteva immediatamente decreto di fermo per il reato di omicidio che veniva notificato all’indagato presso il Comando Provinciale CC di Bologna che veniva poi ristretto alla casa Circondariale di Bologna a disposizione del competente Giudice.
In sequestro l’abitazione dell’indagato ed il veicolo in uso ove sono in corso ulteriori accertamenti di natura scientifica volti all’acquisizione di eventuali ulteriori elementi utili a ricostruire il grave fatto di sangue.