MARCHE – Un percorso sanitario dedicato, personalizzato e anonimo, esente da ticket, con l’assegnazione di una codifica di urgenza uniforme in tutti i Pronto soccorso regionali (codice giallo, per assicurare una visita tempestiva e ridurre il rischio di ripensamenti o allontanamenti volontari) e l’introduzione di un ulteriore codice rosa – visibile ai soli operatori sanitari – per avviare l’assistenza immediata da parte di un’apposita equipe multidisciplinare.
È quanto prevedono le “Modalità operative per la presa in carico, in ambito, sanitario, delle donne vittime di violenza di genere”. La Giunta regionale ha recepito le recenti Linee guida nazionali denominate “Percorso per le donne che subiscono violenza” (di cui all’Intesa in Conferenza Stato-Regioni del 23.11.2017), previste dalla Legge di stabilità 2016. I percorsi di tutela vanno istituiti dalla Aziende sanitarie e ospedaliere, dagli Enti del Servizio sanitario regionale. Rafforzano l’operatività della Rete antiviolenza delle Marche, impegnata nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere.
“Una realtà dai contorni ancora poco definiti, in quanto non è semplice, per le donne vittime di maltrattamenti o di violenza, trovare il coraggio di chiedere aiuto e denunciare la propria situazione”, evidenzia l’assessora alle Pari opportunità, Manuela Bora. Lo scorso anno 417 donne si sono rivolte ai cinque Centri antiviolenza delle Marche.
“Un numero drammaticamente elevato che sicuramente non rispecchia la totalità del fenomeno, in quanto spesso la violenza viene vissuta in solitudine e in silenzio – sottolinea l’assessora – Uno dei luoghi in cui più frequentemente è possibile intercettare le vittime sono i Pronto soccorso ospedalieri, ai quali le donne si rivolgono per un primo intervento sanitario. Da qui l’importanza che le strutture siano in grado di assicurare una tempestiva e corretta assistenza sanitaria, oltre a un adeguato supporto emotivo e psicologico per determinare una relazione di fiducia e ascolto con la vittima di violenza”.
Le procedure assistenziali adottate dalla Regione coinvolgono aspetti organizzativi, procedurali, medico legali ai quali tutti i Pronto soccorso dovranno attenersi anche nei confronti di eventuali figli minori della donna, testimoni o vittime di violenza. I Pronto soccorso garantiranno il raccordo operativo e la comunicazione con la Rete regionale antiviolenza per assicurare, quando necessario, un percorso di cura, indirizzando le vittime ai servizi sanitari territoriali dedicati.
Il Consultorio familiare o Distretto di competenza coinvolti avvieranno la presa in carico sanitaria, con la definizione di piani terapeutici personalizzati, sulla base delle indicazioni pervenute dai Pronto soccorso. Consultorio o Distretto gestiranno le ulteriori prestazioni sanitarie utili, garantendo l’anonimato della vittima e dei minori attraverso il codice di esenzione RMVG. Le prestazioni verranno erogate senza compartecipazione alla spesa sanitaria per le vittime.
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