Contenimento dei cinghiali: no della Corte Costituzionale

87

ASCOLI PICENO – I cacciatori non possono effettuare i controlli faunistici. La Corte Costituzionale, su ricorso di associazioni contro la Regione Liguria ha dichiarato incostituzionale le disposizioni che abilitano squadre di cacciatori o cacciatori privati (i cosiddetti “selecontrollori”) alle operazioni di controllo faunistico diverse dalla caccia vera e propria; pertanto il contenimento del cinghiale (caso tipo) nei periodi di caccia chiusa, nelle aree urbane, nelle oasi di protezione faunistica, spetta esclusivamente agli agenti venatori pubblici; lo smantellamento parziale delle polizie provinciali, più volte criticato, si rivela ora un boomerang per la pubblica amministrazione locale; non è possibile sostituire i guardiacaccia pubblici con cacciatori privati per le azioni di contenimento delle specie problematiche per l’agricoltura.

Il direttivo di Giustizia per l’ambiente dichiara: “La sentenza del 23 maggio 2017, depositata il 14 giugno, sembra essere passata in sordina in molte regioni italiane, soprattutto in Abruzzo dove addirittura gli Ambiti territoriali di caccia stanno denunciando le illegittimità commesse dagli organi della Regione preposti alla caccia e all’ambiente. In questi ultimi giorni anche la Regione Marche ha disposto, in via sicuramente cautelativa, la sospensione del selecontrollo”.

Adesso “sarebbe opportuno che ciò accadesse anche in Abruzzo, al fine di evitare anche la trasmigrazione di doppiette marchigiane sui monti e nelle aree protette abruzzesi. Auspichiamo che le associazioni ambientaliste abruzzesi, a cominciare dal Wwf, facciano propria questa sentenza per riportare legittimità e sicurezza nella regione verde d’Europa. Pur non avendo sedi istituzionali in questa regione siamo pronti a sostenere battaglie contro l’assessore regionale alla Caccia Dino Pepe che, stando a quanto riportato dai mass media, avrebbe portato avanti politiche favorevoli a una parte dei cacciatori, ad una prima impressione quella più aggressiva e dannosa per il territorio. Scelte scellerate che sarebbero culminate con la caccia notturna vietata dalla legge in tutta Italia”.

Per una politica corretta del territorio “ci vogliono politici competenti, in grado si salvaguardare le aree naturalistiche, le aziende agricole, consentendo ai cacciatori solo quanto previsto da leggi nazionali, senza invenzioni di sorta e aggiustamenti spesso arbitrari. Le associazioni ambientaliste devono rimanere sempre allerta e seguire la giurisprudenza nazionale proprio per intervenire su situazioni spinose. E questa sentenza emessa dalla Corte Costituzionale su un ricorso in Liguria ha sicuramente valore giurisprudenziale in tutto il territorio nazionale”.

Il direttivo di Giustizia per l’ambiente conclude: “Se per caso dopo questa sentenza accadesse un incidente, di chi sarebbero le responsabilità? Al di là dell’aspetto penale che riguarderebbe i singoli i danni civili sarebbe i cittadini a doverli pagare attraverso l’aumento delle tasse? Anche questo non possiamo e non dobbiamo permetterlo”.