‘Ci vediamo in mascherina’ di Monica Baldini

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mascherina italiaFANO – Le mascherine sono varie, azzurre, bianche, ffp2 o ffp3, sono colorate o striate. Qualcuno le ha persino nere perché sono fai da te. Poi ci sono quelle per i più piccini con ricami, fiori o stelline. Ci sono quelle che hanno una frase, una bandiera, una frase.
In effetti camminando in una domenica calda di Maggio, ho notato l’omologazione pur personalizzata, data dalle mascherine che sono simbolo di una nuova fase, che sia fase 1 o 2, comunque di un periodo che inevitabile porta con sé dei segni evidenti.
Tutti in mascherina mentre guardiamo il mare o facciamo passeggiate in collina nel verde che respira. Tutti imbavagliati per il covid-19.
Se prima erano in pochi e per strette necessità, ora dal 4 maggio con la possibilità di fare sport all’aria aperta e circolare con più flessibilità sempre evitando assembramenti, la situazione risulta più nitida.
Ci vediamo e siamo tutti con le nostre mascherine.
Era immagine inusuale fino pochi mesi quanto ora lo stia diventando diversamente normale.
Chi lo avrebbe mai ipotizzato a gennaio, che a Maggio avremmo fatto passi con indosso dei filtri sulla bocca e sul naso?
Così ora la sensazione che si raccoglie e si racconta è di una fantasia e necessaria creatività nel portarle, nel personalizzarle, nel viverle, nel relazionarci ad esse e agli altri.
Se il respiro è a fatica, se ci si guarda prima di abbassarle e si ha cura di tenerle sempre a portata di mano, si assume con esse una condivisione solidale della medesima situazione che ci livella e ci fa sentire più gentili quanto altruisti. E’ vero, costa sacrificio, ci ha recato danni e ferite, ci spersonalizza ma ci porta in una dimensione che attraversandola ci sta già recando e ci recherà nuovi sentire, l’acutizzazione di nuovi sensi.
Come è bello quando la si abbassa e si respira, liberi?
La cosa più scontata diventa ora un bene prezioso che si insegue, già per primo questo!
Ritagliarsi momenti per passeggiare, perché finalmente si può! Secondo!
E così tra le prime uscite e i primi soli, sui lungomari o negli spazi verdi, procediamo, ci guardiamo e ci sorridiamo salutandoci e dicendoci qualche cenno frammisto di felicità per l’esserci rivisti, coscienza di ciò che è stato, voglia e cautela per ciò che sarà. E la mascherina lì, ci ammonisce attenzione, ancora per un po’.