Egregio Presidente,
Le scrivo come sindaco e massimo rappresentante di un capoluogo forse piccolo per superficie e numero di abitanti, ma certamente grande per la sua storia, la sua straordinaria bellezza e l’immenso cuore dei suoi cittadini.
Le scrivo a nome di una comunità che si è purtroppo sentita abbandonata già una volta, all’indomani di quel drammatico terremoto che ha colpito il Centro Italia e che ha distrutto la vita e devastato i sogni di centinaia e centinaia di persone.
Le scrivo per chiedere un vero aiuto. Perché non possiamo ancora una volta affidarci solo al fiero spirito del nostro popolo. Non possiamo ancora una volta affidarci solo a quella straordinaria capacità di rialzarsi, ogni volta più forti, dinanzi alle avversità. Non possiamo ancora una volta affidarci solo agli aiuti economici, alla vicinanza e alla solidarietà di soggetti privati.
Le scrivo perché questa volta il Governo deve necessariamente scendere in campo.
E deve farlo davvero, con una forza e una misura straordinaria. Perché straordinaria è la situazione che sta purtroppo vivendo la nostra città, la nostra regione e tutto il nostro Paese.
La grandezza di una Nazione si evidenzia nei momenti di difficoltà. E nel coraggio di compiere scelte che comportano anche grandi sacrifici, nell’unico interesse della salute e della tutela di tutti i cittadini.
Non è più possibile procedere attraverso misure limitative che, seppur certamente necessarie, non sono ancora sufficienti per sconfiggere l’avversario che abbiamo dinanzi. Non possiamo più prolungare l’agonia del nostro Paese, gravando ancor di più su imprese, lavoratori, famiglie e sull’intero tessuto sociale ed economico della nostra Nazione. È indispensabile compiere un ulteriore passo e bloccare la “macchina Italia” per il tempo strettamente necessario a porre definitivamente fine a questa emergenza. Anteponendo a ogni cosa la salute dei nostri cittadini.
Oggi stiamo combattendo un’ardua battaglia, ma noi possiamo vincere. Per farlo, è però fondamentale essere tutti dalla stessa parte. Governo e Popolo. Insieme. Mano nella mano.
Medici e infermieri a lavoro senza mascherine e sufficienti dispositivi di sicurezza, artigiani con famiglie sulle spalle costretti ad abbassare le serrande dei propri negozi già da giorni. Piccole e medie imprese che faticheranno a reagire senza misure adeguate, anziani e disabili che troppo spesso si sentono abbandonati. Non è questa l’immagine che può raffigurare il nostro Paese.
Non possiamo solo chiudere negozi e attività, privando di entrate e stipendi le nostre famiglie, e al tempo stesso esigere il pagamento di imposte, bollette, tasse e tributi. È fondamentale restare a fianco dei singoli lavoratori, delle famiglie e delle imprese, prevedendo misure straordinarie per agricoltori, professionisti, operai, aziende, imprenditori e tutti i cittadini.
Dobbiamo ascoltare le grida dei nostri territori, dobbiamo ascoltare le urla del nostro popolo.
E se lo lasci umilmente consigliare da una persona che, prima di diventare sindaco, per sette anni ha lavorato in fabbrica. Fianco a fianco con quei milioni di operai di cui oggi percepisco chiaramente la paura. Fianco a fianco con quei milioni di operai di cui comprendo, dal profondo del cuore, l’angoscia e il tormento nel rientrare ogni giorno a casa dai loro figli e dalle loro famiglie.
Lo Stato non può solo pretendere dal popolo, ma deve anche tendergli la mano.
Per riuscire in questa sfida, dobbiamo guardare avanti. E dobbiamo farlo subito.
Perché non possiamo sperare di vincere la battaglia contro il Nuovo Coronavirus se saremo poi condannati a perdere la nostra vera guerra. Che è quella di garantire un futuro all’Italia e agli Italiani.
È fondamentale restituire risorse e mezzi agli Enti Comunali, ribaltando il centralismo dello Stato e ricostruendo il tessuto della nostra nazione attraverso un decentramento dei poteri.
Come sindaci siamo pronti a fare la nostra parte, ma non possiamo combattere a mani nude: abbiamo bisogno di armi e strumenti validi.
Per questo le chiedo di mettere subito in campo tutte le misure urgenti e necessarie per evitare il rischio di un collasso dell’intero sistema Italia.
È necessaria la sospensione di tutti gli adempimenti e versamenti tributari sull’intero territorio nazionale, così come sono fondamentali contributi reali ed efficaci per i titolari di partite Iva, i professionisti e tutti i lavoratori in genere. Senza dimenticare la necessità di predisporre un processo di sburocratizzazione di tutte queste azioni, così da velocizzare e rendere più snelli gli iter e i procedimenti da mettere in campo.
Non possiamo attendere la fine di questa emergenza per aiutare concretamente milioni e milioni di nostri cittadini. Perché a quel punto sarebbe davvero troppo tardi.
L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Facciamo in modo che venga davvero rispettato il principio cardine della nostra Costituzione.
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