E amate di Monica Baldini

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E quanto l’amore ti cambia?
Cambia il tuo modo di vivere e sentire il mondo, cambia le lenti dei tuoi occhi e te ne mette di nuove, cambia il tuo stare in un dialogo rendendoti più composta, decisa e autentica, cambia la tua posizione e ti forgia come un metallo prezioso.
Certo perché sempre di metallo prezioso si parla, di carne umana, carne e anima, di embrione che diventa adulto senza il suo volere ma secondo un recondito atavico progetto che lo definisce e lo realizza.
E quell’amore che incontri sulla strada del tuo percorso può renderti fluviale come un fiume che scorre nel suo letto e trascina con sé con energia ogni forza avversa, ogni legno sospeso o argine mosso, può renderti dolce come la luna argentata che sprigiona pensieri meditabondi e ragionevoli ma immersi di pura fantasia e sogno o può renderti più abile e professionale, organizzata e multitasking.
In ogni caso come una cometa che segna con la coda la scia, l’amore si espande e traccia, semina, ingloba occhi e cuori, avvolge di carezze e abbraccia.
E l’amore cosa è?
È essere sé stessi più pienamente, viversi in modo più ampio, è compiacersi e perdonarsi, volersi bene e volerne perché in un automatismo, è amore vero se si riscontra medesimamente affetto verso sé quanto verso l’altro.
Dove vediamo amore? Come ci rendiamo conto se è puro, reale o immedesimazione in un ruolo?
E Gesù di Nazareth, l’uomo che vediamo sulla Croce ancora oggi, il Crocifisso, c’entra con tutto questo?
L’amore così inafferrabile è invero volano di modifiche concrete, è vettore che rimanda a ciò che non si vede ma esiste davvero.
Se amiamo, siamo allora fatti di certa invisibilità e se la vita è fatta di amore, è fatta perciò anche di un piano su cui ci muoviamo e che sfugge alla vista e al controllo.
Credere che non tutto si riduca a ciò che si tocca, è così assoluta conseguenza del fatto che la vita sia intinta d’amore.
“L’amor che move il sole e l’altre stelle“(Paradiso, XXXIII, v. 145, Dante Alighieri).
Quell’amore intendo, così immensamente grande da essere non solo umano, temporale, fisico, spaziale ma verticale, trascendente, libero, infinito.
Quello intendo come la ricchezza più grande.