Sora nostra madre Terra di Monica Baldini

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BaldiniPAESAGGI MARCHIGIANI – Il trattore se ne andava veloce all’impazzata, avanti indietro e curvava.
Non solo uno ma anche il secondo, il terzo: sembrava davvero ci fosse un giorno dedicato oggi da lavorare per produrre.
L’erba volava e atterrava e seminava nell’aria freschezza primaverile, la stessa che attendiamo a baciarci il viso.
Le temperature sono timide ma i fiori nei campi diversamente sono veri invasori che compiono prodezze di fioriture. Giallo e fucsia li ho visti arredare lungo i pendii, sulle curve campestri e nei i tragitti cittadini e oggi quel verde che saltellava richiamava riverberi veri di questo mese.
Non mi ha lasciato indenne, no. È un attimo che si è ricoperto di molto valore. Cosa ho pensato?
Vitalità, progettazione, pianificazione, filiera, società che produce, che continua a vivere.
Parrebbe una timida parentesi quella riservata al sogno di scorrazzare ma nell’immagine di un terreno che si prepara a fruttificare, la visione diviene reale.
E ora, la terra ha manifestato la sua importanza fondamentale, il suo essere bene primario e scorgendo è emersa del tutto anche fautrice di insegnamento.
La crescita necessita di tempo, di cura, pazienza e stagionalità.
Il seme gettato si trasforma e genera, passa al di là della sua piccolezza per diventare grande e sboccia rigoglioso.
La velocità eccessiva è forse un’illusione? Ogni cosa ha un suo tempo? Cosa è vivere per noi oggi e come lo era ieri, se possiamo parlare già di un ieri?
Ho anche pensato a chi stesse guidando quel macchinario grosso e rumoroso, al suo temperamento, al suo essere simpatico o forse scontroso ma di certo concreto.
Ho pensato che fosse uno di quei signori che tocca il fuoco vivo della vita, che gode di un privilegio notevole: sente i profumi e le bellezze del creato, contribuisce ad estrapolarne il meglio, perpetua con la manodopera un’attività antica e sempre nuova. Porta avanti quel contatto diretto dell’uomo con la terra che lo ospita, che lo sfama, che lo accoglie e con cui appartiene ad un mistero d’amore eterno. Non è davvero cosa da poco questo legame ancestrale e fraterno. L’uomo e Sora nostra madre Terra, come la chiamava San Francesco.