San Severino, furto in abitazione: custodia cautelare in carcere per 4 persone

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pattuglia carabinieri

Tre uomini croati di origine e una donna italiana, già conosciuti alle Forze dell’Ordine, nello scorso gennaio avrebbero messo a segno un furto in una villetta provocando anche danni non trascurabili all’abitazione

SAN SEVERINO MARCHE  – In seguito a un furto in abitazione consumato a San Severino Marche quattro persone sono state colpite da ordinanza di custodia cautelare in carcere.Si tratta di tre uomini croati di origine e una donna italiana, residenti tra Zagarolo e Tor Bella Monaca.
Il 15 gennaio la centrale operativa della Compagnia di Tolentino ha inviato la pattuglia della
stazione presso una villetta alla periferia del paese, il cui proprietario, in quel momento fuori regione, aveva avuto contezza della presenza di persone intente a rubare all’interno; ciò grazie ai sensori del sistema di videosorveglianza, installato in casa e collegato al telefono cellulare.
La vittima ha subito allertato una parente, che si trovava in zona e che, oltre ad avvisare i carabinieri, si è avvicinata con la propria auto all’abitazione parcheggiando a bordo strada in attesa della pattuglia. A quel punto la donna ha notato un’autovettura di colore scuro transitare, in quella strada isolata, a forte velocità.
In sede di sopralluogo i militari hanno verificato che gli autori del furto avevano provocato danni non trascurabili all’abitazione, forzando il cancello in ferro e la porta finestra della cucina, intrattenendosi a lungo all’interno per perpetrare il reato, alla ricerca della cassaforte, dandosi poi alla fuga perché avvedutisi della presenza del sistema di videosorveglianza interno. In sede di denuncia sporta dai proprietari è emerso poi che erano riusciti a sottrarre un orologio e delle sterline, mentre i tentativi di aprire la cassaforte non erano andati a buon fine perché vi era stata l’interruzione anticipata dell’azione criminosa.
Le successive indagini, condotte nell’immediatezza dei fatti, attraverso acquisizione di fonti
testimoniali e analisi dei sistemi di videosorveglianza dei comuni di San Severino Marche e
Castelraimondo hanno consentito di individuare il mezzo, e di avviare le indagini.
L’attività informativa condotta dai carabinieri ha fatto emergere che abitualmente l’autovettura era utilizzata da soggetti residenti in Zagarolo e Tor Bella Monaca, controllati tempo prima in costiera romagnola.
Il confronto tra le foto segnaletiche di costoro e i volti ripresi dalle immagini estrapolate dal
sistema di videosorveglianza dell’abitazione e della città, ha permesso di riconoscere con certezza i quattro autori del reato, uno dei quali indossava anche lo stesso capo di vestiario
in entrambi i contesti, ovvero durante il furto e in sede di foto segnalamento.
Successivi riscontri hanno consentito di verificare che il gruppo aveva alloggiato la notte precedente in un hotel di Ancona, aveva fatto tappa a San Severino Marche, ove aveva perpetrato il reato, per poi riallontanarsi verso il luogo di residenza.
Sulla base delle risultanze investigative relazionate, il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata ha chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di misura cautelare a carico degli indagati, per il reato di furto in abitazione in concorso.
In data 9 febbraio il GIP ha emesso l’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, eseguita la settimana scorsa dai militari del Norm di Tolentino e della Stazione di San Severino Marche, in collaborazione con le stazioni Carabinieri di Colonna e Tor Bella Monaca, dipendenti dalla Compagnia di Frascati, ove gli indagati sono residenti.
La donna, classe 76, residente a Zagarolo, è stata così tradotta al carcere di Rebibbia, mentre uno dei correi, classe 66 è stato accompagnato al carcere di Ancona; gli altri due indagati, irreperibili, sono ancora destinatari della misura.
Tutti gli indagati hanno numerosi alias e un fitto numero di precedenti penali e di polizia
per reati contro il patrimonio. I due tradotti al carcere erano stati sottoposti al regime di
detenzione domiciliare fino al mese di settembre scorso.