Macerata, ex chiesa di San Rocco: approvato il progetto definitivo

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L’avvio dei lavori di restauro dell’ex chiesa di San Rocco è previsto entro aprile con ultimazione entro 12 mesi

MACERATA – La Giunta comunale di Macerata ha approvato il progetto definitivo di restauro, miglioramento sismico e recupero funzionale dell’ex chiesa di San Rocco, redatto dallo studio KALIP-ingegneria architettura di Terni nell’ambito dell’appalto integrato vinto dal Consorzio Stabile Alta Val di Cecina e finanziato con risorse del PNRR relative agli interventi di Rigenerazione Urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale per un importo complessivo di un milione e 650mila euro.
Il progetto definitivo, redatto sulla scorta di un preliminare fornito dal servizio tecnico comunale, prevede il restauro e recupero funzionale, il miglioramento sismico della struttura e l’installazione di tutti gli impianti necessari per la trasformazione d’uso dell’ex chiesa di San Rocco in uno spazio polifunzionale destinato all’attività convegnistica, espositiva, concertistica.
Trattandosi di un manufatto la cui struttura originaria risale al XVI secolo, l’insieme degli interventi previsti saranno rispettosi della conservazione e valorizzazione dei caratteri costruttivi e tipologici originari. Le opere maggiori previste sulle strutture, oltre a quelle di carattere sismico, riguardano la rimozione delle tramezzature orizzontali e verticali stratificatesi incongruamente a seconda dei vari usi a partire dall’epoca della indemaniazione napoleonica sino a oggi; il rifacimento della copertura in struttura lignea; la ridefinizione estetica degli interni attraverso materiali e colori appropriati; il miglioramento delle prestazioni acustiche della sala; il recupero delle facciate esterne in laterizio a vista; l’adeguamento impiantistico e la creazione di zone di servizio in prossimità del foyer, del palco e del soppalco. Un elemento di grande interesse e curiosità, inaspettato perché emerso solo in fase di rilievo strumentale del sottosuolo, sarà il recupero, con possibilità di fruizione, degli spazi ipogei che attraversano in modo sub-orizzontale l’intero sito di fondazione dell’edificio religioso.
“Si tratta di un ulteriore intervento puntuale che si inserisce nel più vasto programma di attuazione del Piano di Recupero e valorizzazione in atto del patrimonio edilizio e urbanistico del centro storico – basti pensare alla riapertura dei vicoli dell’Abbondanza, Consalvi e dell’Oratorio filippino, largo Beligatti e largo Limadou, il restauro e valorizzazione illuminotecnica delle porte e delle mura urbiche, la ripavimentazione e il riordino delle superfici stradali -; il tutto nella prospettiva, articolata e complessa, di ripotenziare la naturale e ancestrale carica magnetico-attrattativa del Centro Storico, inteso come “vero museo diffuso della città”, in grado di definirne la propria unicità storico-identitaria – ha commentato l’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi -. Si tratta, in sostanza, di spingere sino alle estreme conseguenze una strategia costantemente perseguita da questa Amministrazione per ricreare quell’orizzonte ricco di senso che la città contemporanea, con il suo estremistico e banale Spam Urbano praticato pesantemente negli ultimi decenni, aveva di fatto cancellato. La città capoluogo, infine, si arricchirà non solo di una ulteriore e tecnologicamente avanzata dotazione in grado di contenere circa 90 posti a sedere da connettere in rete con altri spazi analoghi già esistenti, ma avrà anche un potente simbolo generativo di ulteriore vitalità socio-economica-culturale nel centro storico”