La promessa di un avvenire di Monica Baldini

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Monte ConeroMi interrogavo sulla vita. Su quello che si compie e si fa. Mi domandavo e volgevo lo sguardo intorno, al cielo dal finestrino della macchina o alle colline pendenti e ammantate di chiaroscuri di primo mattino ed anche alle pareti di casa ornate di quadri. E con il passare dei giorni i pensieri si sedimentano e tornano a bussare, scompaiono in pagine ma non si cancellano e tutto ad un tratto arrivano con la risposta in una immagine che si apre dinanzi. Ieri mi sono soffermata su un quadro, uno su tanti con un vaso e dei fiori rosa e bianchi. Nonno l’aveva dipinto in uno dei suoi tanti momenti dedicati e da quando è affisso non mi ha mai comunicato nulla di speciale fino ad ora. Ora è come se mi avesse detto che nel corso dell’esistenza alcune cose, molte anzi tutte passano ma lasciano traccia e nei valori, nei sentimenti, nelle bellezze restano immortali. Nonno Lanfranco è stato un lavoratore ma anche un pittore e se i giorni dedicati a dipingere sono inferiori e innaffiati da pura passione, sono quelli che lo hanno elevato nella beltà che non tramonta. Il mistero del suo sguardo fiero si rispecchia in quelle nature morte, in quelle tinte sfumate. Il corso dell’esistenza ha pieghe impreviste e da lontano ti riporta a casa, ti pone a sederti su una sedia imbrattata di colori e a produrre tante tele a dispetto di quanto avresti progettato e con quei monili ricchi di preziosità resti come effigie nella memoria ricordando una delle parti migliori di te. Nonno Vitaliano risiedeva in Ancona ed era un’anima buona, gentile e generosa. Mi ha insegnato ad accontentarmi, ad apprezzare le piccole cose. Lui guardava il Conero da casa e si armonizzava nella natura, nel silenzio e nei tramonti che scendevano pacati. Le sue chiamate sono il mio ricordo indelebile con il suo sguardo premuroso che ci seguiva fino che non scomparivano dietro il muro di cemento. Mi ha insegnato a giocare a carte, a godere del tempo negli affetti. Mi ha insegnato a non essere amareggiata, lui che sempre voleva sorridessi. Quando penso e mi interrogo, la mente va a cercare, sosta e poi affiora con perle che  trascendono la circostanza specifica e si impregnano di un profumo elegante che incensa lo sguardo. Sono quelle visioni che mi riempiono e mi dicono da dove arrivo e dove, con gli strumenti che possiedo, sto andando. Sono loro che si congiungono al mistero d’amore che fecondo si rinnova. E se sembra che tutto finisca, invero in ogni uomo che viene, si realizza la promessa di un avvenire creativo unico con in dono quanto gli è stato lasciato.

Monica Baldini