Ancona, 30° Anniversario strage di via D’Amelio: la cerimonia di commemorazione

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Presso il Piazzale Emanuela Loi di Palazzo Leopardi la cerimonia della Regione Marche. Saltamartini: “Eroi del nostro Paese”. Latini: “Testimoni dei valori della giustizia”. Mancinelli: “Fare piena luce”. Orsolini: “Scuola presidio di legalità”

ANCONA – “È nostro dovere ricordare questi eroi e i loro famigliari che costituiscono la resistenza moderna del nostro Paese. Eroi e familiari che hanno dato dignità alla nostra Nazione”. Lo ha sottolineato l’assessore alla Sicurezza Filippo Saltamartini, nel corso della Commemorazione del 30° Anniversario della strage di Via D’Amelio (Palermo, 19 luglio 1992), dove persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e cinque dei suoi agenti di scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. La cerimonia si è svolta presso il Piazzale Emanuela Loi di Palazzo Leopardi, ad Ancona, alla presenza delle autorità istituzionali, militari e di una rappresentanza del Liceo Artistico cittadino Edgardo Mannucci. L’istituto ha donato alla Regione un dipinto acrilico che ritrae i giudici Falcone e Borsellino secondo l’iconica foto che li immortala mentre sorridono insieme. Le loro giacche sono costituite da ritagli di giornale per trasmettere il messaggio che, per combattere l’omertà e la corruzione, è importante lasciare un segno, una testimonianza, una parola e non abbandonarsi al silenzio. L’elaborato pittorico è stato realizzato dalle studentesse Giulia Manzotti e Gaia Contri della classe IB con la collaborazione di Claudia Cingolani (IA) e il supporto di Emily Dudnicov (IB). Il lavoro, guidato dalla prof.ssa Federica Toppan, docente di discipline grafico pittoriche, è stato sviluppato in alcune ore nell’ambito del progetto di Educazione civica.

L’assessore Saltamartini ha portato un ricordo personale di Borsellino, conosciuto nel 1988, quando il magistrato tenne un corso per giovani ufficiali della Polizia giudiziaria. Era accompagnato dalla figlia Fiammetta: “A un certo punto arrivò il capo della scorta di Borsellino, che gli chiese di spostarsi perché alle sue spalle aveva una finestra. Lui rispose che se volevano, potevano ucciderlo in qualsiasi momento. Non posso dimenticare lo sguardo della figlia mentre ascoltava queste parole dal padre. Quattro anni dopo Borsellino perse la vita”. L’assessore ha concluso il suo intervento con un auspicio: “Sarebbe bello chiedere ai nostri sindaci di intitolare una via o una piazza a Borsellino e Falcone. Dobbiamo scrivere, in ogni città, i nomi di questi eroi perché questo è davvero il modo migliore per ricordare loro e per ricordare ai loro familiari che noi siamo con la legalità, con lo Stato di diritto, con lo Stato costituzionale liberale che la Resistenza, di tanti anni fa, ci ha consegnato. L’Italia è questa”.

Borsellino e Falcone, ha evidenziato il presidente dell’Assemblea legislativa Dino Latini, sono “eroi del nostro tempo. Testimoni che hanno dato la vita per contrastare la mafia. Vanno ricordati non solo per la loro dedizione a combattere la criminalità, ma come testimoni dei valori di giustizia: di un potere giudiziario autonomo da tutti, ma rispettoso di tutti”.

I saluti della città di Ancona sono stati portati dal sindaco Valeria Mancinelli: “È vero, Borsellino e Falcone sono eroi del nostro tempo. I loro eccidi efferati hanno segnato un punto di svolta nel contrasto ai fenomeni devastanti della criminalità organizzata, ma non possiamo nascondere amarezza e disagio perché, a 30 anni da quelle stragi, ancora l’accertamento dei fatti non ha visto piena luce. Di verità e luce ha bisogno il Paese che rinnova il proprio impegno nella battaglia di contrasto alle mafie”.

Il dirigente scolastico del Liceo artistico Mannucci, Francesco Maria Orsolini, ha ringraziato la Regione Marche “per questo invito a collaborare a una giornata così importante che riguarda l’esercizio della legalità e della cittadinanza. Valori che si esprimono anche attraverso l’arte e che vedono nella scuola un presidio fondamentale, affinché un Paese, il nostro Paese, non abbia più bisogno di eroi, come diceva Bertolt Brecht. Per poter far sì che questo avvenga, è importante che i cittadini, fin dalla più tenera età, abbiano chiara la cultura della legalità. E in questo settore la scuola ha un compito fondamentale da svolgere”.