Pesaro, “Sulla motocicletta” di John Berger: la presentazione

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Mercoledì 21 febbraio, a Palazzo Ciacchi, nuovo appuntamento di “Oltre l’effimero”, rassegna tra letteratura e sport. Discutono del libro Maria Nadotti, curatrice e traduttrice dello stesso, e Alberto Pancrazi

PESARO – Nuova tappa per ‘Oltre l’effimero’, il progetto che fa dialogare sport e letteratura, promosso dagli assessorati alla Bellezza e allo Sport del Comune di Pesaro in collaborazione con Pindaro eventi. Mercoledì 21 febbraio (ore 17.30) nell’Auditorium di Palazzo Ciacchi sede di Confindustria Pesaro Urbino, protagonista dell’incontro è Sulla motocicletta (Neri Pozza, 2019) di John Berger (1926-2017): la traduttrice e curatrice dell’opera Maria Nadotti ne discute con Alberto Pancrazi. Sulla Motocicletta è un ‘piccolo’ libro intenso: 160 pagine di brevi racconti autobiografici, per lo più ambientati nell’epoca eroica del motociclismo: si tratta di piccole storie vere di motocicletta arricchite dai disegni dell’autore e infarcite di piccole gemme. Perciò nel dialogo tra Nadotti e Pancrazi, alle pagine del libro si intrecceranno anche riflessioni sui disegni e le immagini dell’autore.

John Berger è noto in tutto il mondo come critico d’arte, poeta, giornalista, ‘narratore’ (con il romanzo “G” nel 1972 ha vinto il Booker Prize), sceneggiatore cinematografico, autore teatrale e disegnatore. Pochi sanno che è stato anche motociclista esperto e appassionato. Abbandonata l’Inghilterra, infatti, ha vissuto dalla metà degli anni ’70 in poi in un piccolo villaggio delle Alpi francesi e, fin quasi a novanta anni, ha viaggiato in motocicletta. Guidare una moto per Berger è «un’esperienza intensissima di libertà psichica e fisica» poiché è un’arte che «differisce da ogni altro tipo di guida», che «interessa l’intero corpo e il suo istintivo senso dell’equilibrio». Nel 2002 in un’intervista ad una radio di Los Angeles, Berger descrive così la sua passione per la motocicletta, sorta durante il servizio militare nell’esercito britannico e mai più abbandonata, tanto che, ad Antony, alle porte di Parigi, lo si vede, quasi novantenne, dare lezioni di guida alla figlia sedicenne dell’amica Tilda Swinton.

Con la sua meccanica e le sue due instabili ruote, la moto è – per Berger – mezzo di trasporto d’elezione ma anche metafora, lavoro congiunto di corpo e mente, strumento di ricerca e di piacere che implica costantemente una perfetta coincidenza tra occhio e mente, mano e cuore. Curato e tradotto da Maria Nadotti, questo libro è un omaggio all’arte di guidare la motocicletta secondo John Berger, offerto a tutti coloro che ne condividono in qualche modo l’«esperienza di libertà».

Maria Nadotti

Giornalista e saggista, ha vissuto tra Italia, Stati Uniti, Palestina. Germania e Portogallo. Traduttrice e curatrice dell’opera di John Berger. Si occupa di teoria culturale, teatro, cinema e arti visive. È autrice di Silenzio = Morte: gli USA nel tempo dell’AIDS (Anabasi 1994), Cassandra non abita più qui (La Tartaruga 1996). Dal Saggiatore ha pubblicato Sesso & genere che nel 1996 affrontava un tema sui cui oggi il dibattito è letteralmente esploso (nuova edizione da Mimesis. 2022). È del 2009 il suo secondo mediometraggio ‘Sotto tregua Gaza’. Si segnala, infine, il podcast Per John B. (2021).

Alberto Pancrazi

Giornalista RAI di lungo corso, è ideatore del canale YouTube “La forza di cambiare. Vive a Pesaro.